Arriva SuperMario

Un esecutivo “di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica” e sappia “far fronte con tempestività alle gravi emergenze in corso”. Il Presidente Mattarella certifica – probabilmente a malincuore – il fallimento dell’attuale politica, che ha offerto uno spettacolo poco edificante – per usare un eufemismo – in questi ultimi mesi, e sceglie l’economista Mario Draghi, ex governatore della Banca centrale europea, tecnico di fama internazionale, slegato dai partiti, a cui verrà affidato il compito di affrontare gli enormi problemi sanitari, economici e sociali che il Covid ha contribuito ad acuire anche nel nostro Paese.

Sul tappeto ci sono temi spinosi: la fase vaccinale, la gestione della pandemia, il piano per l’utilizzo dei fondi europei da presentare entro aprile (Next Generation Eu), la fine del blocco dei licenziamenti, i ristori, l’allarme sociale. Ma anche crisi aziendali, Alitalia, Ilva e Whirpool su tutte. Serve, quindi, un governo all’altezza di sfide che, come mai, investono non solo il presente, ma soprattutto le speranze per il futuro di un’intera nazione.

“La candidatura di Mario Draghi come risposta al fallimento della coalizione tra M5S, Pd e Iv e a una deriva elettorale ad alto rischio è l’antidoto più potente che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, potesse scegliere – scrive oggi Massimo Franco sul Corriere della Sera. Di certo, però, per un Paese democratico la fine della supremazia della politica e dei partiti è una sconfitta per tutti.

La prima sfida, per il probabile nuovo leader, è proprio quella di creare una maggioranza solida con i tanti “cocci” reduci dalla lacerazione delle ultime settimane: non sarà facile nella legislatura che registra uno dei numeri più alti di “cambi di casacche” proprio per la debolezza dei partiti. Un governo tecnico, tra l’altro, sicuramente accentuerà le fratture all’interno delle forze politiche, come già sta avvenendo ad esempio nel Movimento Cinque Stelle. Fallire su questo fronte significherebbe trasformare una crisi politica in una di sistema, in un blocco istituzionale, con l’Italia come un Titanic in un mare in tempesta. Occorre quanto mai senso di responsabilità, come ha richiamato il Presidente della Repubblica.

Scrive bene Claudio Tito su Repubblica: “Il nome di Mario Draghi è il risultato di uno stallo interamente maturato dentro il Parlamento e all’interno dei partiti. Questo sistema politico ha messo in mostra i suoi difetti e ha palesato di essere ricaduto in un buio profondo, capace di inibire scelte e scatti. Prima ancora di una crisi di governo questa è una crisi del sistema dei partiti”.

Nel centrodestra le speranze sono delegate al leghista Giorgetti, sostenitore da tempo di un governo di unità nazionale guidato da Draghi. Riuscirà a traghettare tutto lo schieramento, comprese le forze antieuropeiste, verso un governo presieduto dall’economista?

A sinistra non sarà facile coinvolgere partiti – come Leu – ma anche singoli deputati poco inclini a scelte economiche di puro liberalismo. Ipotesi di ministri come Fabio Panetta, membro italiano dell’esecutivo della Banca centrale europea, o Carlo Cottarelli, mal si conciliano con le sensibilità più antagoniste, tanto a sinistra quanto a destra, presenti anche nel Movimento Cinque Stelle. Rischioso anche riproporre candidati, per quanto altamente qualificati, già vicini a Mario Monti, come Paola Severino per la Giustizia o Ilaria Capua per la Sanità, perché creerebbero non pochi problemi in quei partiti che hanno fortemente criticato quel governo tecnico, ad esempio la Lega. Ecco perché anche la scelta dei nomi, tra tecnici e politici, non sarà facile.

Di certo il nome di Draghi “preannuncia una sfida da «dentro o fuori» per i partiti, la presa d’atto che non basteranno più solo leader acchiappa voti ma personalità capaci di governare”, come scrive Francesco Verderami, sempre sul Corriere della Sera.

Di certo, uno dei momenti più bui nella storia della nostra giovane repubblica richiedono scelte autorevoli. E quella di Draghi lo è certamente.

(Domenico Mamone)

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