Associazione di consumatori contro la Cina: presupposti legali per chiedere il risarcimento danni

L’avv. Giovanni Franchi

Ormai da mesi gli Stati di tutto il mondo fanno i conti con l’emergenza da Covid-19. Monitorano il numero di decessi, di persone contagiate, ma anche dei punti di Pil persi dall’inizio dell’emergenza. Il virus, partito da una lontana regione della Cina, è da tempo stato classificato come pandemico, e, oltre ad aver messo a rischio la salute di tutto il mondo, ha provocato ingenti danni alle economie costrette a fermare lavoro e produzione per un lungo periodo.

“Ciò che emerge dai resoconti e dai rapporti ufficiali rilasciati dai vari Stati, è la responsabilità della Repubblica Popolare Cinese nell’origine e nella diffusione planetaria del contagio – afferma l’avvocato Giovanni Franchi dell’associazione di tutela dei consumatori Konsumer. “I ritardi nella divulgazione dell’allarme, le reticenze sulle informazioni epidemiologiche, le false informazioni sulla trasmissibilità del virus e sulla sua letalità, sono comportamenti che ingenerano innegabile responsabilità dello Stato cinese per la situazione di gravissimo danno che ne è derivata alla salute dei cittadini colpiti e alle economie di interi Paesi”.

In altre parole, Konsumer ritiene che a causa della malagestione dell’emergenza da parte della Cina e la reticenza nel condividere informazioni importanti, il virus sia riuscito a diffondersi in modo estremamente capillare, privando medici e altri governi di quelle importantissime conoscenze che avrebbero permesso loro di valutare la situazione in modo più chiaro, e agire con maggior cognizione di causa.

“Se il comportamento della Cina fosse stato corretto e in linea con gli obblighi derivanti da convenzioni internazionali sottoscritte, ciò avrebbe consentito l’assunzione di provvedimenti di ordine pubblico e sanitario che avrebbero ridotto al minimo e per un brevissimo periodo il disagio e il danno a persone ed economie. Invero, secondo le convenzioni internazionali in materia sanitaria la Cina avrebbe dovuto immediatamente chiudere i propri aeroporti e confini, impedendo alle persone di abbandonare il paese o trasferirsi lì per motivi di lavoro. Per questo – prosegue l’avvocato Franchi. “E a seguito degli indispensabili approfondimenti giurisprudenziali, i consulenti legali di Konsumer ritengono percorribile con esito favorevole e valutando i casi specifici, un’azione giudiziale nel territorio italiano diretta ad ottenere dalla Repubblica Popolare Cinese il risarcimento dei danni diretti e indiretti subiti in particolare da imprese, attività commerciali, professionali e persino lavoratori che hanno perso il posto a causa della crisi economica dell’impresa dove prestavano la loro opera.. Tali azioni, già intraprese da altri organismi come lo Stato Federale Statunitense del Missouri e un albergo di Cortina d’Ampezzo, non è escluso vengano intraprese dalle Regioni Italiane”.

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