Aumento del 65% per gli eventi climatici estremi

Con oltre 1.400 eventi estremi il 2021 fa registrare, in Italia, un aumento del 65 per cento per grandinate, bombe d’acqua, bufere di vento e tempeste di vento alternate a ondate di calore che hanno devastato le campagne e le città da nord a sud della Penisola.

E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Eswd in riferimento al rapporto pubblicato dalla World Meteorological Organization (Wmo) che ha evidenziato come negli ultimi cinquant’anni i disastri causati da eventi meteo estremi sono aumentati di cinque volte con oltre due milioni di persone morte e perdite per un totale di circa 3640 miliardi di dollari. Un disastro che ha spinto il ministro degli Esteri della Cina Wang Yi ad accogliere l’invito di John Kerry a migliorare la cooperazione con gli Usa.

Un tendenza evidente anche in Italia dove l’effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni ha fatto perdere – sottolinea la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti con pesanti ripercussioni sulle produzioni.

 Precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono – continua la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con ben 7.252 i comuni italiani, ovvero il 91,3 per cento del totale, che sono a rischio idrogeologico secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Il risultato è che oltre sette milioni gli italiani  vivono oggi in zone dove esiste il pericolo di frane e alluvioni.

A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che negli ultimi 25 anni è sparto oltre ¼ della terra coltivata (-28 per cento) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.  Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

Per affrontare i danni dei cambiamenti 

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