Fuoco amico (I piromani a Roma)



D’accordo che le Smart, auto lilliputziane che in genere raccolgono fighetti con lauree in legge o in medicina, hanno quasi “stufato” (mai termine più appropriato) in una città come Roma. Con quel loro essere piazzate anche di sbieco in ogni metro quadro, compresi marciapiedi e passi carrabili. Ma da qui a trasformarle in schioppettanti barbecue nel cuore della notte ce ne dovrebbe passare. Invece la Roma by night, alle prese dalla scorsa estate con questa pattuglia di piccoli eredi della gens Claudia (Nerone, a quanto pare, perlomeno ci mise un po’ d’arte con la sua lira) o moderni luddisti, riesce a rinnovare tali incredibili spettacoli. Che – è il caso dei giorni scorsi – diventano vere e proprie farse.
Innanzitutto il luogo. Nemmeno Eduardo Scarpetta sarebbe riuscito a trovare una location migliore: Casal Bruciato. Quartiere sulla Tiburtina che tra l’altro – stando alle cronache – avrebbe il primato dei veicoli immolati all’altare del “girarrosto di lamiere”. Non poche nell’inventario totale: almeno trecento. Hanno fatto loro compagnia una decina di appartamenti e altrettanti negozi danneggiati. Da Scarpetta a Petrolini. Perché la professione dei genitori dell’incensurato piromane colto sul fatto dai carabinieri è l’ennesimo colpo di teatro: negozianti di articoli da riscaldamento. Come dire: dalla padella alla brace.
C’è poi la furbizia del nostro eroe: appiccare il fuoco, lo scorso 3 febbraio (San Biagio), ad una Smart proprio davanti alla ben visibile telecamera esterna di un esercizio commerciale. Il cult-movie da un minuto e quindici secondi di sequenza da “Inferno di cristallo”, nelle mani della pubblica sicurezza, riprende con chiarezza il volto del quarantenne in cerca di esplosive emozioni. Così i militari l’hanno individuato, si sono messi sulle sue tracce. E l’hanno pedinato. Con facilità perché, tra l’altro, ha indossato per tre settimane un unico giaccone con la pelliccia, lo stesso dell’animata e “infuocata” (pur senza colleghe di Moana) sequenza cinematografica. Chissà se, per farsi meglio individuare, ha lasciato anche una scia dal puzzo di bruciato. Fatto sta che i carabinieri hanno finito per prenderlo “con il cerino in mano”, come si usa dire in queste circostanze. Aveva appena dato fuoco ad altri due mezzi di trasporto non proprio irresistibili, una Ford Escort ed una Renault Kangoo. Ma sapete dove? Sotto la propria abitazione. Voleva infatti salire su a casa per godersi lo spettacolo dalla finestra. Invece ha rischiato di fare la fine di Savonarola grazie al manipolo di residenti inferociti. Se non è teatro questo.

(Giampiero Castellotti)

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