Cinque per mille e ce la fai



Che siamo davvero alla frutta s’evince da questa elemosina di massa che risponde al nome di “cinque per mille”, provvedimento “sperimentale” varato dall’ultima finanziaria (legge 266 del 23 dicembre 2005).
Con la prossima denuncia dei redditi, oltre al celebre “otto per mille” cedibile alle confessioni religiose (anche su questo terreno si potrebbe aprire un bel capitolo), c’è la possibilità per associazioni, enti locali ed altri organismi di acchiappare un bel po’ di soldi attraverso l’obolo offerto dal contribuente italiano. Il quale, apponendo la propria firma sul Cud, sul 730 o sul modello Unico, potrà destinare il proprio cinque per mille ad un’organizzazione di fiducia. La scelta di destinazione del cinque per mille non pregiudica quella dell’otto per mille. Cioè si può destinare il proprio tredici per mille ad una confessione religiosa e ad un altro organismo.
Ovvio che in queste settimane è cominciata la corsa ad accaparrarsi il cliente. Ogni istituzione cerca di garantirsi più visibilità possibile al fine di raggiungere i benefattori da Cud o da modello Unico. Soltanto sul fronte delle associazioni senza fini di lucro, si calcola che la torta vada divisa per trentamila. A Roma si dice “piatto ricco me ce ficco”.
Per il singolo contribuente, partecipare o meno alla decisione incide sulla ripartizione delle risorse e non sull’ammontare complessivo che resta predeterminato.
Se lo scopo dell’iniziativa dovrebbe essere quello di sostenere chi investe risorse in cose utili (qui cominciano a sorgere i primi dubbi riguardo soprattutto agli enti locali ma anche a tante associazioni presenti solo sulla carta), il rischio è che i più forti facciano il pieno grazie alle migliori capacità mediatiche. Perché, inutile sottolinearlo, il teorema è semplice: più comunichi, più ti fai conoscere, più incassi. Esattamente il contrario di quello che fanno le associazioni più serie, abituate da anni ad operare senza riflettori nei posti più sperduti del mondo.
Inoltre l’iniziativa rappresenta una piccola boccata d’ossigeno soprattutto per i piccoli Comuni, vittime dei tagli operati dalle ultime finanziarie. In questo caso raggiungere i tanti emigrati potrebbe certamente tornare utile.
Infine una “chicca”. Tra le organizzazioni beneficiarie, c’è anche un’organizzazione vicina alla Lega. Rispondendo al timore che i soldi raccolti finiscano tutti al Nord, s’è difesa dicendo che è intervenuta finanziariamente anche nel terremoto in Molise. Una medaglia a tanta magnanimità meridionalista.

(Giampiero Castellotti)

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