Teste e capocchie



Dal 23 ottobre i dati sul traffico telefonico e di internet di tutti i residenti in Italia devono essere trasmessi all’Agenzia delle entrate.
Il direttore dell’Agenzia, il sub-comandante Attilio Befera, ha firmato infatti il 6 settembre scorso il provvedimento di acquisizione definitiva dei dati telefonici e di internet che rende obbligatorio per tutti gli operatori telefonici, mobili e fissi, di tutti gli internet service provider inclusi quelli in wi fi, l’obbligo legale di comunicare tutte le informazioni su ogni abbonato (che tra l’altro deve fornire il codice fiscale quando compra una SIM). Nulla è più privato. Il Grande Fratello e già una realtà.
Si comincia sempre così. Con una scusa plausibile, in questo caso l’evasione fiscale su cui viene montato il lavaggio del cervello mediatico, per far passare il controllo totalitario sugli individui. Poi si convince i cervelli candeggiati che si adotta una politica criminale contro la collettività e contro i singoli per il loro bene, in nome dei loro interessi. E i cervelli candeggiati dagli spot sull’evasore con la barba lunga e lo sguardo truce subito applaudono come scimmiette ammaestrate.
Una volta che i dati su cosa fai, cosa leggi, cosa compri, quanti soldi spendi, dove vai, con chi parli saranno a disposizione del governo, della polizia, del pubblico ministero e delle autorità in generale senza che uno nemmeno se ne renda conto (almeno in “1984” la gente sapeva di essere sotto osservazione costante attraverso il televisore) il passo per stabilire chi è buono e chi è cattivo e va rieducato è molto breve. Per i Befera di tutto il mondo e di tutta la storia quando si ha un martello tutto il resto ha l’aspetto di un chiodo. E voi che credete di avere ancora una testa vi accorgerete tra non molto che agli occhi di Equitalia è solo una capocchia.

(Fabio Scacciavillani – 20 ottobre 2012)

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