Questione di nome



Massimo D’Alema, presidente del Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che si occupa dei servizi segreti), ha inviato di nuovo una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rinnovando l’invito a presentarsi al Comitato, come previsto dall’articolo 31, comma 1, della legge 124 del 2007.
In sostanza D’Alema vuole un pezzo dell’attenzione mediatica sulle escorts, Lele Mora e il mitico Bunga Bunga, ricordando come il Copasir si sia già occupato della sicurezza di Berlusconi, in occasione della sua aggressione con la statuetta del Duomo e per la vigilanza di Villa Certosa e Palazzo Grazioli dove impazzano i festini. Un’audizione pubblica di Berlusconi che si troverebbe a dover rispondere su tutte le faccenduole pruriginose scoperchiate negli ultimi mesi rimbalzarebbe su tutte le tevisioni del globo per almeno una settimana.
Ovviamente il presidente del Consiglio neanche si preoccupa di rispondere alla richiesta (come del resto aveva fatto in passato), tanto nè D’Alema nè altri lo possono mandare a prendere dai carabinieri. Quindi urge escogitare una strategia più sottile. Viste le inclinazioni del Premier io vorrei suggerire di aggiungere un aggettivo: Supremo Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Innanzitutto si conferisce all’augusto comitato un più alto profilo istituzionale. Ma soprattutto si lancia un’esca insidiosa a Berlusconi per il quale l’acronimo ‘Scopasir’ avrebbe tutt’altra suggestione.

(Fabio Scacciavillani – 12 novembre 2010)

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