Crediamo sia lapalissiano riconoscere che la rete stradale di una regione e la sua efficienza in termini di percorribilità rappresentino elementi fondamentali per la qualità della vita di una popolazione.
Le strade sono utili per raggiungere, soprattutto dai borghi delle aree interne, servizi fondamentali quali quelli sanitari, scolastici, burocratici, economici, culturali, ricreativi, ma anche per i movimenti di natura commerciale e turistica.
Nel Molise i collegamenti interni e con le altre regioni sono difficilissimi, se non addirittura ardui, a causa di un tracciato delle strade tortuoso, determinato prevalentemente dall’orografia e migliorato in parte negli scorsi anni solo sulle direttrici principali che riguardano principalmente le S.S. Bifernina, Trignina e quella che mette in collegamento Campobasso con San Vittore, mentre le comunicazioni con la Campania, con l’Abruzzo interno e con la Puglia rimangono davvero lente o addirittura precarie.
Tutte le strade tra l’altro sono con un’unica carreggiata ed una sola corsia per senso di marcia ad eccezione della brevissima tangenziale venafrana di cui si prevede un allungamento fino alla A1.
L’idea di una rete autostradale nella regione crediamo sia stata giustamente abbandonata, ma contestualmente non c’è all’orizzonte alcun serio progetto di rinnovamento delle arterie presenti in Molise, né si prevede nulla di veramente innovativo sul piano ferroviario se non l’elettrificazione del tratto tra Roccaravindola ed Isernia.
Il problema è che chi di dovere non solo non si muove con una adeguata programmazione in tale direzione, ma neppure in una manutenzione minima delle strade esistenti.
Se si escludono i percorsi decenti gestiti dall’Anas, cui si è tentato finora inutilmente di affidare la gestione delle ex statali e provinciali, queste ultime, ma anche le comunali, versano in uno stato che le sta portando al collasso ed in taluni casi alla chiusura.
Il fondo è davvero disastrato per la presenza di buche, avvallamenti, dossi, fenditure profonde nel massetto bituminoso, restringimenti continui per frane o per basamenti malamente realizzati e mai migliorati; a questo occorre aggiungere l’inefficienza totale della segnaletica orizzontale e verticale che rende pericolosa la percorribilità soprattutto nelle ore notturne ed in caso di pioggia, neve o nebbia.
Ci sono vie di comunicazione come la “Fresilia” o la “Rivolo”, tra l’altro mai completate, dove l’assetto stradale, i restringimenti, gli avvallamenti o i dossi mettono seriamente a repentaglio l’esistenza di chi le percorre.
Potremmo parlare dei danni che gli automobilisti molisani patiscono nei guasti o nell’usura di pneumatici, sistemi ammortizzanti o frenanti, ma ciò che ci preme soprattutto sottolineare è appunto la situazione di pericolo per chi viaggia e l’estrema lentezza dei movimenti causate dall’abbandono in cui sono tenute la quasi totalità delle strade.
Nelle aree interne, se si vuole uscire di casa e rientrarvi senza danni alle auto o pericoli per se stessi, in un viaggio di trenta chilometri i tempi di percorrenza sono di circa cinquanta minuti.
Di fronte a tale situazione brucia davvero il silenzio inesplicabile dei sindaci i quali dovrebbero per primi porre un tale problema al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica.
Incontrare l’assessore Nagni, come hanno fatto quelli dell’Alto Molise il 17 ottobre a Vastogirardi, in una pura discussione ancora una volta unicamente interlocutoria non ha davvero alcun rilievo amministrativo sul piano decisionale per l’urgenza grave che ha il problema..
Quando parliamo dello sviluppo del turismo nel Molise ci siamo mai chiesti che immagine della regione diamo a chi, venendo da fuori, ne percorre le strade?
Sono anni che si prova da più parti ad evidenziare una tale situazione ed ogni tanto i presidenti delle diverse istituzioni locali sbandierano a tutti i venti gli stanziamenti di fondi per interventi in merito.
Anche ultimamente lo si è fatto a proposito di quelli previsti nel cosiddetto “Patto per il Molise”.
Gli annunci vengono raccolti e rilanciati in rete sul territorio dai megafoni di soggetti funzionali al sistema e così si va avanti per mesi e per anni senza che nessun intervento sia attuato.
Basterebbe citare per tutte le tante dichiarazioni di finanziamenti e d’interventi per la Fresilia avvenute da parte dei presidenti delle province e della regione senza che si sia mai mosso nulla sul piano pratico per capire come ai comunicati non siano mai seguiti i lavori di manutenzione.
Se dovessimo continuare con gli esempi, questo articolo annoierebbe per il loro eccessivo numero; preferiamo allora non tanto rivolgerci alla politica, della cui incoerenza francamente siamo stanchi, quanto piuttosto ai cittadini molisani perché, in un sussulto di coscientizzazione sul tema e di responsabilità nell’impegno in difesa di un diritto fondamentale quale quello ad un sistema decente di comunicazione stradale, assumano decisioni comuni e collettive capaci d’imporre a chi di dovere interventi immediati e non più derogabili.
Il qualunquismo, l’individualismo o, peggio ancora, la cortigianeria sono solo fonte di miseria umana per i singoli e la collettività; occorre, dunque, essere sempre dentro i problemi come forza di stimolo, di riflessione e di proposta operativa.
Chi ha scelto di vivere in Molise non può accettare che l’inefficienza politica sui servizi porti in maniera inesorabile al deserto demografico che sta attanagliando i nostri splendidi paesi e che porterebbe tutta la regione ad una profonda involuzione sul piano umano, culturale, sociale ed economico.
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