Corvi, avvoltoi e testimoni profetici



Non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità in ordine a taluni aspetti della Chiesa nella quale pure ci riconosciamo pienamente come una parte misera, peccatrice, ma in cammino verso l’accettazione piena di quel messaggio meraviglioso proposto da Cristo come indicazione di vita al percorso della persona in questo mondo.
Siamo innamorati dei principi e dei valori del Vangelo ed amiamo quelle comunità cristiane dei primi secoli di cui ci riferiscono gli Atti degli Apostoli, cui vorremmo tanto che la Chiesa attuale cercasse d’ispirarsi per rivedere profondamente la sua struttura, le forme istituzionali, i riti, il linguaggio e perfino il modo di abbigliarsi.
È da un po’ che il mondo cattolico è sotto scacco da parte dell’informazione e dell’opinione pubblica.
Gli scandali sul tenore di vita di molti suoi prelati, i contrasti all’interno della Curia, la pedofilia di parte del clero, la gestione disinvolta e non sempre rivolta al bene comune dei suoi averi, la mancanza spesso di trasparenza e chiarezza nell’uso del denaro proveniente dalla beneficenza o almeno l’incapacità di una comunicazione adeguata in merito hanno creato problemi d’immagine che sarà difficile diradare nel breve periodo.
Negli ultimi giorni fughe di notizie dal Vaticano hanno permesso la pubblicazione di volumi che in modo impietoso presentano aspetti molto preoccupanti all’interno dei rapporti tra il Papa ed i suoi collaboratori.
Non siamo tra quelli che si scandalizzano per la diffusione delle notizie provenienti dall’interno delle Mura Leonine e siamo anche certi che i corvi talora volano per fini che non sono certo quelli del superamento degli aspetti negativi denunciati; tuttavia la verità dei fatti è bene che venga sempre alla luce del sole.
Nascondere che la Chiesa abbia problemi irrisolti sarebbe da ipocriti e certo ci lascerebbe l’inquietudine di cristiani che non possono accogliere comportamenti fuori dalla logica del messaggio evangelico.
Ciò premesso, non riusciamo ad accettare che i corvi si trasformino in avvoltoi.
Questo significa molto chiaramente che non possiamo permettere a nessuno di uniformare l’intera, vasta comunità cristiana ai comportamenti deplorevoli di taluni soggetti che certo vanno condannati e respinti, ma che in ogni caso rappresentano una parte minoritaria di una Chiesa che nella sua complessità ha una ricchezza spirituale, culturale ed umana che tanto ha dato e sta ancora dando in termini di spiritualità, solidarietà e condivisione.
Chi cerca una testimonianza in tal senso è sufficiente che si accosti all’esperienza del mondo missionario o a quello del volontariato e troverà esempi di persone che hanno fatto dell’amore per gli altri l’unico scopo della propria esistenza, così come ci ha insegnato con la sua vita Gesù di Nazareth.
C’è indubbiamente una parte della Chiesa legata al potere ed alle ricchezze, ma ce n’è anche un’altra, autentica e maggioritaria, che, a partire dal suo attuale pastore, ripete con forza e decisione che “non si può predicare la povertà e vivere come faraoni”.
La Chiesa, fatta di esseri umani, non è certo perfetta e nella storia spesso ha anche creato e tuttora diffonde contraddizioni e scandali; ha bisogno, dunque, di continua riflessione sul suo modo di operare e di essere e deve indirizzarsi sulla via della verità e della parola indicata da un Dio fattosi uomo.
Ci sono nel clero e nei laici donne ed uomini in grado di lavorare sul piano teologico, culturale, psicologico ed umano perché la comunità dei credenti sia non pietra d’inciampo, ma faro per un mondo che ha un enorme bisogno di avere testimoni del Vangelo sulla via della verità, della giustizia sociale, del rispetto della dignità umana e dell’amore per gli altri.
È questa la Chiesa dei tanti testimoni profetici che da duemila anni cercano di trasmettere all’umanità esempi di vita coerenti con il Vangelo e legati ad un grande senso dell’etica.
Ad essa continuiamo a guardare, inquieti quando dei cristiani riescono ad essere pietra di scandalo, ma sicuri nella fede in un Dio che oggi opera tra i suoi figli perché crescano nella virtù e nella coerenza con il suo insegnamento.
Papa Francesco sta lavorando per rendere il popolo di Dio una comunità aperta al cambiamento ed alle decisioni collegiali sulla struttura, le funzioni e la metodologia operativa della Chiesa.
Forse noi cristiani dovremmo testimoniargli più sostegno, solidarietà ed affetto anche attraverso pubbliche prese di posizione, evitando un silenzio assordante che in questi giorni sembra pervadere tanta parte del mondo cattolico.

(Umberto Berardo – 8 novembre 2015)

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