“Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”



È inutile che voi doniate parte della vostra intelligenza, della vostra preghiera, del vostro denaro per aiutare i poveri se nello stesso tempo non lottate con tutte le vostre forze per sopprimere le strutture che fabbricano i poveri(…).”
Tale frammento è preso da un brano di Paul Gauthier posto all’inizio del volume “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”, ultimo degli undici Quaderni della solidarietà, la cui pubblicazione è iniziata nel 1993.
É stato presentato a Trivento sabato 6 dicembre con la presenza di Paolo di Laura Frattura e Luciano D’Alfonso, rispettivamente presidenti della giunta regionale del Molise e dell’Abruzzo, alla presenza di un pubblico numerosissimo costituito in gran parte da sindaci ed esponenti del mondo culturale, con lo scopo di mettere subito questo strumento a disposizione delle classi dirigenti per dare sostanza ad un’iniziativa sociale e politica capace di aiutare a costruire speranza per popolazioni in attesa da anni che la propria esistenza possa acquistare sicurezza e dignità.
Le difficoltà che da sempre attanagliano il territorio delle aree interne dell’Abruzzo e del Molise, su cui insiste la Diocesi di Trivento, sono da anni attentamente monitorate, indagate, studiate e divulgate dalla Caritas Diocesana di Trivento diretta da Alberto Conti, un sacerdote che, come scrive don Luigi Ciotti nella prefazione al libro che presentiamo, “sa guardare il Cielo senza distrarsi dalle responsabilità della Terra”.
In effetti, soprattutto dopo la creazione della Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico “P. Borsellino”, giunta al ventunesimo anno di attività, la Caritas Diocesana di Trivento è diventata una delle pochissime organizzazioni ecclesiali e socio-culturali capaci di promuovere sul territorio delle aree interne la riflessione e il dibattito relativo ai problemi legati al sistema di vita delle collettività locali con tentativi di proposte per la soluzione degli stessi capaci di muovere le decisioni di natura culturale, sociale, economica e politica.
Noi pensiamo che di ciò bisogna essere molto grati a questa struttura ecclesiale che si è sforzata continuamente di incarnare l’insegnamento evangelico nella realtà esistenziale di esseri umani in carne ed ossa che hanno bisogno intorno a loro non solo di persone credenti, ma soprattutto credibili, dotate cioè di stili di vita che affondano nell’insegnamento di Cristo che soprattutto nelle Beatitudini ci ha lasciato il magistero più grande che non è quello della solidarietà, come abitualmente si crede, bensì della condivisione di tutta la nostra esistenza con il prossimo.
Alberto Conti, sostenuto come sempre dal proprio vescovo nella persona dell’amatissimo Mons. Domenico Angelo Scotti, continua oggi con il nuovo quaderno della solidarietà a promuovere, con l’aiuto di attenti collaboratori, la riflessione per costruire il futuro del territorio nel quale tutti noi viviamo e che perciò dovrebbe vederci coinvolti in prima persona nell’impegno a delineare le vie e le strategie capaci di rimuovere come scrive proprio don Alberto “i segni del declino e della periferizzazione delle nostre terre”.
Leggendo il testo si capirà che, lungi, come spesso avviene, da sterili ed inutili polemiche, le riflessioni in esso contenute hanno il fine di educare le giovani generazioni alla cultura del lavoro ed all’imprenditorialità, così carenti da noi, ma anche l’intento di sollecitare con proposte costruttive le forze politiche a mettere in campo atti concreti, come proposte di legge e progetti di sviluppo, in grado di aiutare il decollo economico di un territorio altrimenti destinato alla desertificazione non solo demografica, ma culturale ed umana.
Altre presentazioni sono previste e saranno programmate sul territorio della Diocesi per momenti di studio e confronto con i giovani e gli imprenditori.
La pubblicazione è davvero molto interessante in tutte le sue articolazioni che vanno dal bellissimo testo di Paul Gauthier, cui abbiamo prima accennato, alla prefazione di don Luigi Ciotti che ci invita a difendere la biodiversità ed a capire che l’inoperosità della politica non è frutto del caso, ma “di una inerzia sociale e culturale, di una perdita progressiva di consapevolezza e senso civico, di impegno e di partecipazione” da parte probabilmente di tutti e di ciascuno di noi.
L’introduzione di don Alberto Conti invita a rompere gli schemi di comportamenti aridi che sono poi quelli del conformismo, della delusione e dell’assuefazione per un impegno capace di dare il proprio contributo ad una nuova idea di sviluppo del territorio in grado di pensarlo coniugato con le specificità economiche, sociali e culturali dell’ambiente e con le esigenze dei cittadini che lo abitano.
Seguono due documenti davvero molto interessanti.
Il primo è di Michele Fuscoletti, molisano, laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, al quale va il nostro plauso, ma anche il ringraziamento più sentito per l’egregio lavoro svolto.
Fuscoletti presenta in maniera ragionata la settima indagine socio-demografica della Diocesi di Trivento aggiornata al 31 dicembre 2013 con una ricchezza minuziosa di dati.
La ricerca trova l’attuale popolazione in poco più di 38.000 abitanti, con gli anziani che superano i 29 punti percentuali, arrivando in qualche caso anche al 54% rispetto al totale dei residenti; tra l’altro le proiezioni per il 2023 vanno verso i 34.676 abitanti con un ipotetico collasso dell’area intorno al 2050 senza varianti in grado di migliorarne la natalità.
Di quaranta comuni soltanto otto contano più di mille abitanti, mentre quattordici sono al di sotto di cinquecento.
È l’effetto dell’invecchiamento, ma anche purtroppo di una nuova emigrazione dei giovani verso centri più popolosi delle due regioni o addirittura all’estero.
Roberto Mannai, sardo e laureato in Relazioni Internazionali, ha condotto una documentatissima indagine sul settore agro-alimentare, di cui presenta gli aspetti delle strutture aziendali, quelli produttivi, ma anche le possibilità di sviluppo.
L’agro-alimentare non è il solo settore in cui è possibile creare occupazione nelle aree interne e dunque l’analisi sulle prospettive deve essere allargata, ma sicuramente insieme al turismo può rappresentare un volano importante.
Non certo esaustive, ma molto documentate le schede su tantissime aziende diffuse sul territorio della Diocesi.
Mannai fa rilevare come i conduttori d’azienda con meno di 40 anni nel Molise sono l’8,5%, mentre in Abruzzo solo il 6,4% e questo comporterà certamente difficoltà sul piano dei potenziali successori aziendali nelle due regioni che si attestano in Abruzzo al 13,2% e nel Molise al 7,9%; anche il livello d’istruzione dei capi d’azienda molisani ed abruzzesi appare molto basso, perché quelli con diploma o laurea sono appena il 3,5%.
Tutto questo comporta ovviamente rischi nelle innovazioni aziendali, mancanza di prospettive di sostenibilità, ma anche carenza di capacità gestionali.
Le piccole dimensioni di molte aziende hanno scarso potere di mercato, alto prezzo delle materie prime, difficoltà di accesso al credito, mancanza di razionali politiche di marketing e scarsa efficienza di produzione.
È per questo che Mannai, oltre a suggerire spunti intelligenti ed articolati di commercializzazione dei prodotti, secondo logiche di marketing mix, analizza possibili percorsi per attivare sinergie con il territorio tendenti a valorizzare prodotti tipici con marchi di qualità ed invita gli imprenditori del settore agroalimentare ad unirsi in consorzi e cooperative.
Il volume si chiude con un’appendice intitolata “Un nuovo orizzonte di valori e comportamenti per una strategia di responsabilità sociale del governo pubblico e di cittadinanza attiva”.
Questa è la parte del saggio che interpella le classi dirigenti regionali ed è il motivo per cui sabato sera a Trivento sono stati invitati i presidenti Paolo di Laura Frattura e Luciano D’Alfonso.
Sul tema della sanità, della viabilità, della rete scolastica, della fiscalità di vantaggio, della linea internet a banda larga, delle misure per il lavoro, dell’utilizzo del patrimonio immobiliare, della sicurezza, dell’assistenza agli anziani ed ai diversamente abili, della difesa dell’ambiente e dei prodotti tipici, la Caritas Diocesana di Trivento ha prodotto negli ultimi anni una serie di indicazioni e progetti, sistematicamente resi pubblici e presentati in convegni ai quali le classi dirigenti dell’Abruzzo e del Molise sono state caldamente invitate per un dibattito costruttivo.
Su tali questioni è fisiologico che le sensibilità ed il modo di pensare possano essere articolati in quanti vivono sul territorio e cercano di immaginarne un’ottimale struttura sociale; dunque anche le soluzioni proposte dal volume debbono essere poste a confronto con tutte le idee in essere, ma è indubbio che soluzioni razionali vadano cercate con urgenza attraverso una discussione che speriamo possa essere attivata in relazione al decalogo che don Alberto Conti ha posto nell’appendice e nel quale sono sintetizzate proposte molto dettagliate presentate già in progetti articolati miranti a stimolare umilmente la politica verso atti concreti come progetti di legge e piani di sviluppo capaci di sostenere territori in cui, se non si creano condizioni accettabili di vita, il declino rischierà presto di trasformarsi in disastro.
La Caritas Diocesana di Trivento è sul territorio a sollecitare interventi legislativi in favore dei comuni delle aree interne troppe volte promessi e mai resi concreti.
É chiaro a tutti che lo sviluppo di tali aree può realizzarsi con opportuni investimenti pubblici nelle infrastrutture, ma anche con la promozione dell’iniziativa privata.
Non si dica che mancano le risorse per le infrastrutture, perché la cultura contadina dalla quale proveniamo ci insegna che nella necessità si tagliano prima le spese per il superfluo e poi quelle per l’essenziale.
Il superfluo ovviamente è rappresentato dai profitti insensati, dai privilegi e dalle iniquità che generano appunto la povertà, mentre l’essenziale sono i diritti fondamentali per una vita dignitosa di tutti.
È la direzione che la Caritas con grande franchezza continua a sostenere da sempre nella convinzione che sarà la sola a salvare le popolazioni dalla crisi e dalla miseria, ma anche a trarre fuori la politica dal vicolo cieco delle contraddizioni e dell’inerzia.
Don Alberto Conti ha invitato i presidenti ad “osare” impegnando i due consigli regionali su una riunione monotematica relativa alle aree interne.
Dopo la nostra presentazione del volume Tarcisio Tarquini ha stimolato la riflessione dei presidenti delle giunte regionali dell’Abruzzo e del Molise Luciano D’Alfonso e Paolo di Laura Frattura, sollecitando la responsabilità sociale sui problemi posti dal volume “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro” .
Entrambi hanno dichiarato la necessità di migliorare la qualità della vita nelle aree interne.
D’Alfonso ha sostenuto che occorre trovare una gerarchia di interventi sulle necessità ed ha suggerito più attenzione alla sanità, alla cultura ed ai trasporti con il miglioramento della rete stradale, la ricerca di una compressione dei costi di accesso ai sevizi energetici ed una ricognizione delle case sfitte da mettere sul mercato a prezzi calmierati; ha poi sollecitato la nascita di un’economia sociale secondo le indicazioni di un economista come Zamagni.
Frattura dal canto suo ha detto che osare significa dire no all’autostrada ed impegnarsi per la messa in sicurezza della viabilità locale, ma anche rendere razionale la difesa della salute ed il recupero del patrimonio edilizio; ha aggiunto che il vincolo di copertura del disavanzo non consente di abbassare le aliquote fiscali sull’energia e pertanto le possibilità di incentivazione vanno pensate con misure del governo nazionale.
Sono state dichiarazioni utili, in qualche caso poco convincenti, ancora una volta troppo generiche e slegate da precise scansioni temporali.
La serata è stata indubbiamente costruttiva sul piano della riflessione; ora tuttavia, per legarsi ad un’operatività concreta, noi crediamo si debba lavorare immediatamente per far nascere un tavolo tecnico capace di programmare sul piano legislativo e costruire intrecci decisionali a livello interregionale.

(Umberto Berardo – 8 dicembre 2014)

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