Le dimissioni di Benedetto XVI hanno aperto nella Chiesa, coinvolta per anni in problemi di non facile soluzione, un cammino di rinnovamento nel quale il lievito è sicuramente Jorge Mario Bergoglio.
Crediamo che non solo i cattolici, ma più in generale i molisani siano felici che papa Francesco il 5 luglio venga nel Molise.
Arriva sicuramente su invito delle chiese diocesane della regione ed allora sarebbe bello se i dettagli del programma fossero studiati e concordati dai vescovi e da rappresentanti del mondo del laicato in un gruppo di studio appositamente convocato.
Chi segue il percorso spirituale, i tentativi di analisi nei suoi documenti sulla situazione della Chiesa e della società, ma anche la voglia di trasformare la presenza dei cristiani nel mondo sa che Bergoglio non è solo il vescovo di Roma, come ama definirsi, ma una personalità dal forte spessore etico, culturale ed umano; per questo è amato all’interno del popolo di Dio, ma anche tra tanti che si dichiarano agnostici o atei.
D’altronde uno che cerca come lui un impegno comunitario per la giustizia sociale, che si confronta con le sfide del mondo attuale e che scrive che ” la salvezza, che Dio realizza e che la Chiesa gioiosamente annuncia, è per tutti” (Evangelii Gaudium 113) come fa a non essere amato da chi cerca il bene comune e la condivisione dei propri averi su questa Terra?
Un papa che si muove per riaffermare nella Chiesa la sinodalità e la collegialità, come ha fatto con il questionario in preparazione del prossimo sinodo dei vescovi in ottobre sulla famiglia, e che parla della necessità della dimensione sociale dell’evangelizzazione e del dialogo come contributo per la pace è sicuramente una figura che può aiutare la donna e l’uomo contemporanei ad acquisire coscienza di sé e del proprio ruolo nella capacità di rendere sempre più accettabile l’esistenza su questo pianeta.
La Chiesa in Molise è indubbiamente viva, aperta ai problemi del territorio, attiva sul piano culturale, solidale con i bisognosi, capace di procedere, pur tra le difficoltà, verso un cammino di fede autentico e sempre più legato agli insegnamenti evangelici; è anche consapevole delle sue carenze di natura strutturale, metodologica e funzionale, come di una presenza partecipativa che fa fatica a crescere in maniera costante e comunitaria sul piano della formazione teologica, dell’evangelizzazione, della comunione fraterna e dell’apertura all’altro.
Da noi come altrove essa è spesso minacciata non tanto dal relativismo, ma da forme di individualismo egoista, dal disinteresse e dalla vuota esteriorità che spesso impediscono la costruzione della comunità come popolo di Dio, ma anche l’impegno forte di testimoniare in concreto l’amore per il prossimo con atteggiamenti sociali e politici coerenti con la fede.
Ci sono forme di corresponsabilità che i cristiani debbono manifestare anche nel Molise con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che si muovono per impedire ogni forma di esclusione dai diritti fondamentali della persona.
Noi ci auguriamo fortemente che papa Francesco possa essere messo in dialogo ed in relazione con i molisani sulle tante luci ed ombre che attraversano la Chiesa e la comunità di questa regione.
Pensiamo che questo possa avvenire da subito attraverso documenti da far pervenire al pontefice e poi in un confronto sereno e costruttivo da tenere durante la visita del 5 luglio.
Ricevere il papa, allora, dovrebbe significare pregare insieme a lui, fargli incontrare i pastori ed il popolo attraverso i relativi rappresentanti e riflettere tutti ad alta voce sul cammino da tenere verso un futuro positivo per la Chiesa e la società del Molise.
Siamo certi che chi lavorerà al programma di questo evento così importante per la nostra regione impedirà che la presenza di Francesco da noi si possa trasformare in riti disincarnati, in passerelle di politici di turno o in raduni di massa dove l’assemblearità finisce per diventare vuota e priva di capacità di costrutti ecclesiali e sociali.
È in altre parole da auspicare che i protagonisti dell’evento siano unicamente Francesco ed il popolo molisano.
Così anche una visita come quella che il papa terrà da noi in luglio sarà un’occasione importante per mettere a fuoco gli aspetti esistenziali e religiosi delle popolazioni molisane; sarà il modo migliore per testimoniare concretamente a tutti che Dio è amore nella concretezza dell’impegno quotidiano per gli esseri umani in una realtà come la nostra in cui non sempre siamo disposti ad accettare per questo amore la stessa gratuità che Dio gli ha dato come fondamento.
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