Il tema della famiglia



La diocesi di Trivento ha partecipato alla 47^ settimana sociale dei cattolici italiani a Torino con quattro delegati: S.E. Mons. Domenico Scotti, Umberto Berardo, Isolina Battista e Vito Saulino.
Gli oltre 1.315 partecipanti, superando gli ideologismi astratti di concetti di famiglia fuori dal contesto definito nella Costituzione italiana o di denominazioni incomprensibili come “genitore 1” o “genitore 2” che dovrebbero sostituire quelle di “mamma” e “papà”, hanno lavorato per quattro giorni interrogandosi in maniera aperta, confrontandosi, riflettendo, elaborando idee ed avanzando proposte concrete di crescita della società centrate sul bene comune non più individuale, ma solidale, collettivo e relazionale.
I lavori hanno visto eccellenti relazioni al Teatro Regio, ma anche otto ambiti tematici sviluppati a livello di gruppo e correlati al tema dell’assise.
Particolare rilievo ci pare abbiano avuto le prolusioni del cardinale Bagnasco e dell’economista prof. Zamagni.
Il mondo cattolico italiano a Torino ha lavorato con passione quattro giorni per rendere al Paese un servizio culturale e sociale, definendo non tanto e non solo le ragioni teologiche, ma soprattutto quelle laiche dei fondamenti della famiglia nella società.
Per rispondere alle diverse lobbies che cercano di destrutturare la forma prima e fondamentale di convivenza tra gli esseri umani, si è affermato con chiarezza che nessuno dovrebbe discriminare o addirittura incriminare quanti pubblicamente sostengono che la famiglia è uomo, donna e figli, perché alla base di tale concezione non c’è solo il pensiero della Chiesa, ma soprattutto una coerente interpretazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione Italiana; si può essere aperti, pertanto, ad altre forme di convivenza, ma con la chiara consapevolezza che esse non sono equiparabili ad una formazione sociale come la famiglia.
A Torino si sono riconosciuti sicuramente i problemi attuali di tale struttura che vanno dagli incerti fondamenti economici alla forte compressione del tasso di natalità fino allo sfaldamento del tema dell’autorità o delle relazioni di solidarietà extra parentali come del dialogo intergenerazionale; tuttavia è stato affermato con forza come tale istituzione abbia rappresentato un forte antidoto contro la crisi economica che attanaglia l’Italia ed il mondo e nei confronti dell’esasperato individualismo che ha impoverito le relazioni umane e sociali.
Sicuramente la famiglia continuerà ad essere “un’onda di calore”, come ha affermato il cardinale Bagnasco, a condizione che il suo nucleo sia solido e definito con chiarezza sul piano culturale e politico.
I professori Blangiardo e Zamagni hanno tracciato le linee capaci di garantire un tale fondamento alla famiglia italiana.
Tali suggerimenti si possono così schematicamente riassumere: sviluppo del tasso di natalità per evitare la crescita zero, blocco della fuga dei “giovani cervelli” verso l’estero, riconoscimento del ruolo economico della famiglia che produce da noi il 25% del PIL, definizione di un’ equità fiscale con sgravi per chi ha figli o familiari da assistere attraverso la creazione di una “no tax area”, dilatazione del fondo per le famiglie con contributi pubblici e privati, sostituzione del welfare state rivolto agli individui con un welfare comunitario diretto alla famiglia come comunità, armonizzazione dei tempi di vita della famiglia con quelli dei luoghi di lavoro per facilitare i compiti educativi e le relazioni intergenerazionali, realizzazione del “distretto familiare” inteso come una sorta di alleanza tra le famiglie ed infine la certificazione “marchio famiglia” consistente in riconoscimenti alle imprese ed alle istituzioni che hanno agevolato i membri della famiglia stessa negli orari di lavoro, nei congedi parentali o nelle gravidanze.
Il laicato cattolico nelle assemblee tematiche di gruppo ha chiesto con decisione una seria attuazione del piano famiglia elaborato nel giugno del 2012, una garanzia di occupazione stabile per i giovani, un’apertura solidale alle famiglie immigrate ed in generale bisognose di aiuto per non lasciare nessuno nella solitudine, un’educazione a consumi sobri ed alla custodia del creato, ma soprattutto la realizzazione di schemi relazionali di fratellanza tipici della convivenza cristiana dei primi secoli.
Ancora una volta vorremmo sollecitare più attenzione per i lavori delle Settimane sociali dei cattolici italiani da parte dei giornali che hanno dato scarsissimo rilevo all’evento, mentre Rai 1 ha provato a dedicargli una diretta, ma lo ha fatto sabato 14 settembre con una trasmissione dal format già preconfezionato e scarsamente rispondente ad una comunicazione correttamente legata ai lavori ed ai protagonisti in sala che sono rimasti del tutto assenti nel confronto tenutosi solo con quattro persone sul palco.
Il nostro tentativo di sintesi non può davvero dare l’idea arricchente della Settimana sociale di Torino che hanno avuto i partecipanti.
Il consiglio allora è quello di approfondire le tematiche, leggendo i documenti integrali sul sito e possibilmente lavorare a livello locale per continuare il confronto sui temi nelle chiese diocesane.

(Umberto Berardo – 14 settembre 2013)

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