Anche gli utilizzati finali nel loro piccolo si incazzano



Anche gli utilizzati finali nel loro piccolo si incazzano
Fini ha deciso di mollare gli ormeggi e di avventurarsi su rotte politicamente sconosciute. Non dimenticando che per troppo tempo è stato compagno di merende a base di pietanze indigeste per la gente onesta mi voglio illudere (credo insieme a tanti altri) che la folgorazione sulla via di Mirabello abbia indotto una genuina conversione.
Ora che le bocce sono state messe in movimento vorticoso prevedere dove si fermeranno tra sei mesi è arduo. Se dovessi buttarmi nel tritacarne delle ipotesi mi baserei su una considerazione: finora l’elettorato conservatore ha votato Berlusconi turandosi spesso il naso (del resto era abituato a farlo durante il regime democristiano), sapendo abbastanza bene (nonostante il bavaglio e le briglie imposte ai media, soprattutto televisivi) di che pasta è fatto l’uomo (e quelli che gli stanno intorno).
Un po’ per radicata avversione alla sinistra, un po’ nella convinzione che Veltroni (soprattutto vista la performance dell’ultimo governo Prodi) non avrebbe offerto niente di meglio, l’elettorato moderato ha sostenuto Berlusconi “per default” o al limite si è astenuto. L’entrata in scena di Franceschini prima e di Bersani poi non ha cambiato di molto le percezioni e le aspettative dell’opinione pubblica fluttuante nelle scelte di voto e di quegli elettori di sinistra che vorrebbero un’opposizione credibile e non un’accozzaglia di cacicchi queruli e riottosi.
Con l’entrata in scena di una destra più pulita, e dichiaratamente europea, l’elettorato moderato ha l’opzione di abbandonare Berlusconi senza abbandonare le proprie convinzione profonde e punire Berlusconi per l’incompetenza nell’azione di governo, gli scandali della Protezione civile e la scelta di ministri cui vengono pagati appartamenti da imprenditori con le mani in pasta. Questa novità distrugge la rilevanza di tutte gli scenari basati su dati passati e sui sondaggi che avete letto nei giorni scorsi.
Senza farla troppo lunga, il punto cruciale consiste nel determinare quanti voti sposterà Fini.
An oscillava intorno al 10-12% prima di confluire nel Pdl e secondo me erano voti che in buona parte Fini potrebbe riprendersi, diciamo che è il suo bacino d’utenza. La Russa, Gasparri, Matteoli e i colonnelli (che adesso fanno i caporali) elettoralmente valgono poco (anzi secondo me sono delle zavorre). Alemanno è l’unico che ha una sua base autonoma a Roma, nel Lazio e in altre zone non marginali, ma come forse avrete notato finora è stato alla finestra. E aspetterà di muoversi senza avere fretta.
Berlusconi ha capito che il suo potere si sta sgretolando e quindi dalla minaccia di elezioni anticipate sbraitata con sicumera è passato alla campagna acquisti di deputati. Che per il momento langue. Anzi sembra che i centralini di Futuro e Libertà siano intasati dalle telefonate di chi ancora è nel Pdl ma vorrebbe cambiare sponda prima che sia troppo tardi per riciclarsi. Nel frattempo i Feltri ed i Belpietro sono stati incaricati di distruggere la reputazione di Fini per toglierli l’aura di rispettabilità ed integrità personale che rappresenta l’asset più prezioso del Presidente della Camera.
Credo che ci aspettano sei mesi che ricorderemo per un pezzo. Con Berlusconi pronto ad urlare il suo slogan del momento (come ha tenuto a far sapere in uno dei suoi numeri da cabaret): Forza Italia e Forza Milan. Poi il Cesena gli ha rifilato due goal.

(Fabio Scacciavillani – 13 settembre 2010)

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