Teleobiettivi radical-chic



Tre o quattro licei classici. Rigorosamente del centro storico della Capitale. Ecco la solita entrata del liceo Visconti a piazza del Collegio Romano. O quell’altrettanto imponente palazzo del liceo Mamiani. Poi, proprio al limite, il Tasso. E qualche altro edificio privilegiato.
Sono i “templi della cultura” che i taccuini e i teleobiettivi dell’informazione nostrana vanno ritualmente a far visita quando c’è da parlare di scuola. In genere a dissertare di bullismo o a ri-interrogare stancamente gli studenti a pochi minuti dalla prova degli esami di maturità. Mai un Anco Marzio di Ostia. O qualche buon alberghiero di borgata. L’informazione ossessivamente sceglie il “meglio”.
Basterebbe questo, cioè la mappatura delle campionature, per capire da chi sono composte gran parte delle redazioni giornalistiche. E che idee della “società ideale” abbiano i tronisti dell’informazione.
I licei privilegiati rappresentano, per loro, l’intellighenzia di Stato, accogliendo la covata dei figli di Papà con la “P” maiuscola, la “summa” del pensiero radical-chic che ha riempito i salotti della sinistra arricchita e ha consegnato le periferie romane alle destre. I teleripresi, molto probabilmente, riempiranno la casta per le generazioni a venire.

(Alessandro Neumann – luglio 2009)

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