Castellotti firma “Covid e dintorni” con l’imprenditore Mamone

Una dettagliata cronistoria di un anno di pandemia. Ma anche un’analisi delle troppe criticità che il virus ha fatto emergere nella nostra organizzazione sociale. E una serie di riflessioni su un periodo che va valorizzato come esperienza e “lezione” per migliorare il futuro.

Giampiero Castellotti, giornalista di lungo corso nonché presidente dell’associazione di cultura sannita “Forche Caudine”, firma insieme all’imprenditore Domenico Mamone il libro di 208 pagine “Covid e dintorni”.

Il “racconto” parte dai due cinesi ricoverati all’ospedale “Spallanzani” di Roma e dalla città di Wuhan, dove sembra che tutto abbia avuto inizio. Si snoda poi attraverso Codogno, Vò Euganeo, i camion di Bergamo, il lockdown, l’illusoria estate “libera tutti e tutto” fino ai primi vaccini e alle varianti.

A Wuhan, nella regione cinese dell’Hubei, è dedicato un intero capitolo di “Covid e dintorni” e in un secondo capitolo gli autori ricordano come questo territorio fosse già conosciuto a tanti amministratori locali italiani che avevano ospitato delegazioni o erano andati in Cina in cerca di opportunità economiche e culturali. Non a caso il territorio dell’Hubei è gemellato con l’Abruzzo: già ad aprile 2013 una delegazione di funzionari e imprenditori, capeggiata da Huang Chuping, era stata a Tagliacozzo e si parlò di istituire un complesso alberghiero da adibire a centro-benessere. L’allora sindaco, Maurizio Di Marco Testa, firmò un gemellaggio “con ben due città dai nomi impronunciabili, Xianinng e Zhengzho – come raccontano gli autori. Qualche tempo dopo è stata la volta di Avezzano, delegazione di sei cinesi accolta dal presidente del Gal locale. L’idea era quella di istituire un volo di linea tra Hubei e l’Abruzzo. L’Università di Teramo, ricordano Mamone e Castellotti, ha accolto una delegazione di 21 magistrati della procura di Hubei partecipanti al corso sul meccanismo operativo degli organi procedurali italiani.

Non poteva mancare il Molise per analoghe esperienze, con delegazioni istituzionali molisane in trasferta in Cina e delegazioni cinesi in visita a diversi luoghi della regione, comprese Macchia d’Isernia e Ferrazzano. Con quali benefici per la comunità molisana? Mah, non se ne ha notizia…

Il libro nella seconda parte si sofferma sui tanti drammi frutto anche di errori. Comprese le approssimative “profezie” della scienza, i calcoli discutibili o inesatti, gli scontri tra Stato ed enti locali, l’emergenza economica.

Un intero capitolo è dedicato alla scuola. Gli autori ricordano la sostanziale impreparazione del nostro apparato scolastico alle riaperture a settembre. Puntano l’indice, tra l’altro, sull’esoso acquisto degli ormai celebri banchetti, costati 280 euro l’uno per un totale di 119 milioni. Non sarebbe stato meglio investire sulle nuove tecnologie, dal momento che non era difficile prevedere l’uso della didattica a distanza in un anno così complicato? Sempre sulla scuola, la ricerca di Mamone e Castellotti riporta numerosi dati sul rapporto tra contagi e istituti scolastici. Quelli assemblati dalla rivista Wired su numeri ufficiali del ministero (64.800 casi ad ottobre) vedono il Molise al primo posto con 120 casi ogni 10mila studenti e docenti, seguito dall’Abruzzo con 97,9 casi ogni 10mila studenti e docenti contro i 42,5 generali.

La parte finale del libro è arricchita dalle considerazione sulla “lezione” offerta dal virus: il senso di sospensione, la rinnovata gerarchia delle priorità, la necessità di una rigenerazione morale, il monito per le imprese.

(V.P.)

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