ANTONELLO VENDITTI



Nomi celebri

Abbiamo “ricostruito” le biografie di una cinquantina di persone, con origini molisane, che vantano un’ampia e riconosciuta notorietà.
Un elenco, per un territorio ancora sconosciuto qual è il Molise, che risulta importante per rispondere alla classica domanda: “Quali sono i molisani famosi?”.
Si tratta per lo più di personaggi che sono nati e si sono affermati professionalmente al di fuori della propria terra d’origine. Ma con il Molise, il più delle volte, mantengono un rapporto saldo, per quanto poco enfatizzato.


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Antonio Venditti, noto come Antonello, è nato a Roma, nel quartiere Trieste (precisamente a via Zara) l’8 marzo 1949 da padre molisano di Campolieto (Campobasso). Il genitore, Vincenzino Italo, è un prefetto; la madre, Wanda Sicardi, è insegnante liceale di latino e greco. Antonello vive un’adolescenza incentrata sui valori molisani trasfusi dal padre: assoluto rispetto per la famiglia ma anche un clima di diffuse apprensioni che lo portano ad ingrassare notevolmente (a 14 anni pesa 94 chili).
Inizia a studiare musica molto giovane. Durante le scuole elementari, frequentate alla scuola “XX settembre 1870” di via Novara, studia il pianoforte. Causa lo studio troppo accademico, abbandona lo studio del pianoforte, dopo che ha già composto “Roma Capoccia” e “Sora Rosa”.
Durante gli anni del liceo al “Giulio Cesare” di corso Trieste, liceo-emblema della destra romana (cui ovviamente Venditti va in contrapposizione), incontra futuri personaggi famosi come Carlo Verdone. Sono gli anni del “Folkstudio” di via Garibaldi, locale trasteverino frequentato, tra gli altri, da Francesco De Gregori, Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, con cui muove i primi passi nel mondo della musica e con i quali forma il quartetto “I giovani del folk”.
De Gregori lo convince ad incidere il primo album, “Theorius Campus”, anno 1972, nel quale i due artisti hanno a disposizione una facciata ciascuno con sei brani. Venditti, tra gli altri, inserisce “Roma Capoccia”, “Sora Rosa” e “Ciao uomo”.
Nel 1973 incide a Milano il suo primo album da solista, “L’orso bruno”, con la collaborazione di Vince Tempera che suona anche il pianoforte in “Dove”. Passa dalla It di Micocci alla Rca, punto di partenza per i cantautori più importanti di quel periodo.
Con la nuova casa discografica pubblica “Le Cose della vita” nel 1973, uno dei dischi più apprezzati dalla critica. Album intimista, con riflessioni sulla famiglia, contiene il brano “Mio padre ha un buco in gola”. Segue “Quando verrà Natale” del 1974, in cui sono contenuti i brani “Campo de’ fiori”, “Ora che sono pioggia”, “Marta”, “A Cristo”. Di quest’anno è anche “Roma Roma Roma, non si discute si ama”, prima uscita della canzone d’autore verso i temi calcistici.
Il 15 gennaio 1974 Venditti viene denunciato per vilipendio alla religione di Stato da un maresciallo della Polizia di Stato presente ad un suo concerto al Teatro dei Satiri di Roma per l’esecuzione della canzone “A Cristo”. Subisce anche un processo.
“Lilly” è del 1975. Contiene una canzone sulla droga che è un atto d’accusa nei confronti dell’ipocrisia benpensante nonché “Lo stambecco ferito”, uno dei brani più letterari di Venditti.
L’anno seguente è la volta di “Ullallà”, dove torna l’impegno sociale con “Canzone per Seveso”, sul noto episodio di emissione di gas tossico dall’Icmesa di Severo ma anche “Jodi e la scimmietta”, lettura della generazione del ‘68.
Nel 1976 nasce il suo primo figlio, Francesco Saverio, che ha con la moglie Simona Izzo, da cui si separa nel 1978. Sempre nel 1976 scrive una colonna sonora con Lucio Dalla per il film “Signore e signori buonanotte”, musicando l’episodio girato da Nanni Loy.
Il 1978 si apre con un suo grandissimo successo, l’album “Sotto il segno dei pesci”, che contiene canzoni leggendarie come “Sara”, “Giulia” e “Bomba o non bomba”.
Il disco successivo, “Buona domenica”, del 1979, contiene “Donna in bottiglia”, “Stai con me” e “Modena”, che racconta la disillusione politica di quel periodo. Nello stesso anno realizza il disco “Addavenì quer giorno e quella sera” per uno sceneggiato televisivo, con canzoni interpretate da Ninetto Davoli e Adriana Asti.
Nel 1982 esce “Sotto la pioggia” che segna il debutto dell’etichetta discografica di proprietà di Venditti, la Heinz Music. Il cantautore si gode un grande successo commerciale ma molti estimatori della prima ora mal digeriscono l’eccessiva commercializzazione.
Nel 1983 Venditti festeggia il secondo scudetto della Roma con un indimenticabile concerto gratuito al Circo Massimo che sfocia nel primo live della sua carriera “Circo Massimo”, che contiene “Grazie Roma” una delle sue canzoni più belle e più note. Ancora oggi è il brano di chiusura di ogni partita della squadra giallorossa allo stadio Olimpico.
Grande successo anche per “Cuore” del 1984, che contiene “Ci vorrebbe un amico” e “Notte prima degli esami”. L’anno seguente esce un doppio live, registrato in parte al Circo Massimo per seguire la finale di Coppa Campioni, Roma-Liverpool, con un inedito “Centocittà” che dà il nome all’album.
“Venditti e segreti” è del 1986, contiene brani di successo come “Giulio Cesare” e “C’è un cuore che batte”. Nello stesso anno compone la colonna sonora per il film “Troppo forte” di Verdone.
E’ la volta di “In questo mondo di ladri” (1988) e “Benvenuti in paradiso” (1991), dischi da un milione di copie vendute, con “Ricordati di me”, “Alta marea” e “Amici mai”.
Nel 1995 esce “Prendilo tu questo frutto amaro” (la batteria è suonata da Carlo Verdone), con “Eroi minori” e “Tutti all’inferno”, canzoni che abbandonano il filone intimistico e tornano ad occuparsi di temi sociali come Tangentopoli e la mafia. Il successo è comunque minore rispetto alla produzione degli anni ottanta.
Nel 1997, accompagnato da un’orchestra sinfonica, incide “Antonello nel paese delle meraviglie”, rilettura di alcuni classici insieme alla Bulgarian Simphony Orchestra di Sofia, diretta dal maestro Renato Serio che cura gli arrangiamenti. Il 24 settembre 1999 esce “Goodbye Novecento”.
L’8 marzo festeggia i propri cinquant’anni d’età insieme agli studenti dell’università di Roma “La Sapienza” e con l’occasione ritira il diploma di laurea in giurisprudenza, conseguita nei primi anni settanta.
“Se l’amore è amore” esce nel 2000, “Circo Massimo 2001” raccoglie quindici canzoni eseguite durante la grandiosa festa per il terzo scudetto della Roma, con la caricatura di Corrado Guzzanti, che imita Venditti nel brano “Raccordo anulare”. L’inedito “Che c’è”, dedicato alla squadra del cuore, non riesce a bissare il successo di “Grazie Roma”.
Nel 2002 esce “Il coraggio e l’amore”.
Nel 2003 esce “Che fantastica storia è la vita”, più incentrato su melodie rock. Contiene, tra gli altri, i brani “Lacrime di pioggia”, “Ruba” (scritta nel 1968 e pubblicata solo da Mia Martini negli anni settanta), “Non c’è male”, “Il sosia”, “Io e mio fratello”, cantato con De Gregori, “Estate rubino”, “Con che cuore”, brano che fa parte della colonna sonora del film di Leonardo Pieraccioni “Il paradiso all’improvviso”.
Pur rappresentando un indiscutibile simbolo della romanità, Venditti non ha mai rinnegato le sue forti origini molisane (pur non dedicando mai alcun brano alla sua terra d’origine). In diverse interviste ha però parlato del Molise come una regione “malinconica e triste”, pur sottolineando il proprio legame con luoghi che ha vissuto soprattutto da bambino. Ha ricordato Venditti: “Ero affezionato soprattutto ad un cartello posto dopo un tunnel al confine con la Campania. C’era scritto “Benvenuti in Molise”. Alcuni anni fa l’hanno tolto. E mi è mancato ogni volta che sono tornato”. Per un breve periodo Antonello Venditti è stato anche presidente onorario del Campobasso calcio, mentre è lodevole il suo impegno personale in occasione del terremoto molisano del 2002.

(Giampiero Castellotti)

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