ANDREA DI IORIO



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


ANDREA DI IORIO

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Andrea Di Iorio, regista e sceneggiatore, è nato a Campobasso il 4 novembre 1987 e risiede a Roma, città dove si è trasferito per frequentare l’università. Laureatosi in Lettere alla Sapienza con  indirizzo Musica e Spettacolo, specialistica in Forme e tecniche dello spettacolo, ha cominciato a scrivere e dirigere cortometraggi: il primo, nel 2010, dal titolo “Una bella trovata”, s’è sviluppato all’interno di un laboratorio universitario. Tra gli altri: “In fondo alle scale” (2010), “Come andrà a finire” (2011), per il quale si è avvalso della collaborazione nel cast tecnico e artistico di ex allievi del Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Il corto ha vinto anche un premio come miglior cortometraggio di autore molisano presso il festival “Pectoranum Movies”, il premio del pubblico “L’Airone” nel festival organizzato dal cineclub Fedic Delta del Po, il terzo premio presso il festival “Bagnoli in Corto” e un premio al miglior attore protagonista, Marco Cassini, presso il “Mediterraneo Festival Corto”.
Ha concluso la lavorazione del primo lungometraggio, dal titolo “Senza distanza”, da lui scritto e diretto, per il quale è prevista la proiezione nelle sale nel 2016. Anche questa è una produzione “low-budget” che però si è avvalsa della partecipazione sia di ottime maestranze provenienti dal Centro sperimentale sia di attori provenienti dalle più importanti accademie di recitazione italiane, come la Silvio D’Amico di Roma e la Scuola del Teatro Stabile di Torino di Luca Ronconi.

(Giampiero Castellotti)

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