LUIGI INCORONATO



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


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Luigi Incoronato, scrittore, nasce nel 1920 a Montreal, in Canada, da genitori italiani. Il padre è un emigrante molisano di Ururi (Campobasso), la madre è piemontese.
Torna in Italia a dieci anni, compie i suoi studi a Palermo, Pisa e a Napoli, dove si forma e si laurea. Partecipa alla seconda guerra mondiale sul fronte francese e su quello greco-albanese rimanendo gravemente ferito, ottenendo la medaglia di bronzo. Durante la guerra combatte attivamente nella Resistenza: dopo l’8 settembre 1943, con l’armistizio, entra nella Resistenza molisana, divenendo membro del Comitato di liberazione nazionale di Campobasso. Dopo la liberazione, militante del Partito comunista italiano, inizia la sua attività di insegnante a Napoli e quella di scrittore.
Nel 1950 esce il suo primo romanzo, “Scala a San Potito”, pubblicato da Mondadori (recentemente ripubblicato da Pironti), nel quale protagonista è la società meridionale e in particolare “quella dei miserabili della suburra napoletana travolti dalla rovina e dalla miseria della guerra” (Faralli). Scala a San Potito, a Napoli, è un ambiente in rovina dove alloggiano mendicanti e barboni. Il protagonista, Giovanni, protagonista anomalo per quell’ambiente di degrado, è morto e l’io narrante, suo amico, torna in quel luogo dove Giovanni ha abitato per qualche tempo. Dice: “Se non si riprende subito contatto con gli oggetti, la stanza, tutto ciò che apparteneva alla persona cara che è morta, si rischia di non liberarsi più da un senso di sgomento e di timore”. Sul filo della memoria viene ricostruita la vita di Giovanni in quella comunità diffidente ma solidale nella disgrazia. L’io narrante riconosce Giovanni, vuole coltivare la sua amicizia, spera che Giovanni, taciturno, possa liberarsi in qualche modo dall’oppressione del suo passato, “curioso di sapere che razza di sogni rimuginasse in mente”.
Se Malaparte disegna la Napoli della miseria (“Kaputt”) e dell’adattabilità (“La pelle”), Incoronato si sofferma a mostrare l’umanità volenterosa.
Nel 1952 è la volta di una raccolta di racconti, “Morunni”, ambientati in Molise.
Nel 1954 è ospite degli incontri letterari di San Pellegrino terme, presentato da Maria Bellonci.
Nel 1960 esce “Il governatore”, ugualmente ambientato in Molise. Nello stesso anno fonda la rivista letteraria “Le ragioni narrative” e collabora con giornali e riviste.
Muore suicida a Napoli in una vigilia di Pasqua, il 26 marzo 1962.
Due libri escono postumi: nel 1963 è la volta di “Compriamo i bambini”, nel 1968 “Le pareti bianche”, a carattere autobiografico.
Le sue opere di saggistica annoverano: “Ideologia e romanzo”, “La poetica di Luigi Captano”, “I pericoli dell’alessandrinismo” (1961); “Letteratura subalterna e letteratura d’opposizione” (1962); “Sulla cultura di Napoli” (1963).

(Giampiero Castellotti)

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