FRANCA PILLA



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


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Franca Pilla, moglie e coetanea (nove giorni di differenza, entrambi del sagittario) del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, è nata il 19 dicembre 1920 a Reggio Emilia da famiglia paterna molisana di Santa Croce di Magliano (Campobasso). Lo zio, Leopoldo Pilla, si trasferì dal Molise in Toscana per insegnare. Il padre era ufficiale dell’esercito.
E’ lontana parente della moglie di Romano Prodi, che ha frequentato quand’erano studenti universitari alla Scuola Normale di Pisa.
Ha conosciuto il marito a 18 anni, a Pisa, entrambi studenti universitari, alla Scuola Normale, lei entrata in quell’anno, lui un anno e mezzo prima. Lei matricola, lui che passava al terzo anno. Lo ricorda "bello e timido", "molto corteggiato dalle donne".
"La prima volta che parlai con Carlo fu a una festicciola a casa di un amico – racconta la signora Franca. "Non esistevano certo le discoteche. In quegli anni l’unico modo di incontrarsi e di stare insieme, per noi ragazzi e figli di quelle famiglie borghesi, erano quelli che allora si chiamavano i tè danzanti: una mamma suonava il piano, un’altra mamma cantava, e noi provavamo qualche passo di danza. Si finiva con un tè, e una chiacchiera intorno al tavolino. Fu così che conobbi Ciampi".
Si fidanzano sei anni dopo, a furia di passeggiate sui sui Lungarni. Carlo si laurea in legge, lei in lettere. Lui parte soldato, ufficiale di complemento e autiere in Albania, lei fa la spola tra Pisa e Reggio Emilia.
Si sposano a guerra finita, nel 1946, a Bologna, dove lei nel frattempo s’è trasferita. Hanno 26 anni.
Lui fa il professore. Insegna latino e italiano nella sua Livorno, al Liceo Nicolini e Guerrazzi. Ma lei lo convince a cambiare professione, lo esorta a fare il concorso in Banca d’Italia. Lo fa e lo vince. Ciampi da semplice impiegato, in giro per le filiali, diventa governatore a Roma, in via Nazionale.
La vita è incentrata su due valori: lavoro e famiglia. L’ambiente è quello del quartiere Salario, in via Anapo. La messa del sabato sera alla parrocchia di San Saturnino, dove lei e il marito non mancano mai. Due figli, Gabriella e Claudio, tre nipotine, Virginia, Margherita e Maria. Le vacanze nella villa di Santa Severa, sul litorale laziale.
Quindi la chiamata al Quirinale. "E adesso che faremo?", racconta la signora Franca ripensando a quei giorni. "Come cambierà la nostra vita, come cambieranno le nostre abitudini? L’idea di diventare da un giorno all’altro personaggi pubblici, all’inizio, proprio non mi entrava in testa. I cerimoniali, i fotografi, sempre e dovunque. Mamma mia. Poi mi sono abituata. Insieme a mio marito, siamo riusciti a trovare un equilibrio che soddisfa".
Tra i numerosi avvenimenti di cui sono stati testimoni è stato particolarmente sofferto il dopoterremoto nel Molise nel 2002, causa anche il forte legame che la signora Pilla conserva con la terra d’origine. La casa natale della signora Franca, ubicata a Santa Croce di Magliano, s’è salvata dai danni procurati dalle scosse, ma il suo racconto di quei giorni manifesta il travaglio: "La cosa più terribile non è neanche la morte, in sé per sé. Per me, per mio marito, per le persone come noi che siamo vecchi, cosa vuole che sia? Dopo tanto, tanto tempo, la morte finisce per essere quasi una benedizione. Ma i bambini, i bambini no. Quando muoiono i bambini, e muoiono in quella maniera così atroce, tutto diventa terribile, tutto ci sembra inacettabile. Io sono una nonna e so cosa vuol dire…".
E continua: "Povere famiglie, poveri genitori. Lo dico con il cuore di nonna, e anche con il cuore di mamma. Io e Carlo eravamo straziati. Per questo abbiamo deciso subito di partire. Non ci abbiamo pensato neanche un minuto: andiamo ai funerali, certo che ci andiamo, è davvero il minimo che possiamo fare. Sarà un viaggio difficile, ma non certo per la distanza e i disagi, quelli non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Sarà un viaggio nel dolore, il dolore di quella povera gente, che però è anche il nostro dolore, il dolore di tutti noi, di tutta Italia che adesso si deve stringere intorno a quelle famiglie, e deve fargli sentire tutto il calore, tutto l’affetto possibile".
Ma la signora Franca ha avuto anche un motivo personale in più per essere triste. "Per me è stato un po’ come tornare alle mie origini. Io per metà sono molisana. Dalla parte di mio padre, per lo meno, perché mio nonno, è nato a Santa Croce di Magliano. Io sono andata raramente da quelle parti perché mio zio Leopoldo Pilla si trasferì a Pisa ad insegnare e la mia famiglia si radicò in Toscana. Ma un pezzo di famiglia, e quindi un pezzo di cuore, mi è rimasto in Molise. Mi ricordo mio nonno, che a Santa Croce faceva il medico condotto, andava a fare le visite nelle famiglie del posto, e dei comuni vicini. Vivevano di lavoro, brava gente. Come brava gente sono i molisani di oggi, anche loro gente per bene, che vive di lavoro".

(Giampiero Castellotti)

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Sotto: un’immagine di Franca Pilla (foto Quirinale)

 

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