BENITO PAOLONE



Altri protagonisti

Oltre ai “nomi più celebri” (raccolti nella sezione precedente), esistono tantissime persone d’origine molisana che si sono fatte onore nel proprio ambito. A loro abbiamo pensato (e intendiamo onorare), dando vita a questa sezione.
Essendo, però, davvero numerose le persone d’origine molisana sparse per il mondo, risulta difficile comporre una galleria sintetica di “protagonisti”.
L’elenco, pertanto, diviso nelle sottovoci “Italia” ed “Estero”, vuole essere puramente esemplificativo, ovviamente aperto ad ulteriori segnalazioni.


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Nato a Campobasso l’11 novembre 1933 ma cresciuto, anche politicamente, in Sicilia, Benito Paolone è stato uno storico parlamentare del Msi-dn prima, di An poi.
A Catania, dove sin da ragazzo ha guidato i movimenti giovanili e universitari del Msi-dn. Diplomato con la maturità scientifica, impiegato, è stato consigliere comunale a Catania dal 1964, deputato al consiglio regionale dal 1971 al 1994, approdando in Parlamento nel 1994, con il primo governo Berlusconi. Alle elezioni del maggio 2001 (le ultime cui ha partecipato da vincitore) ha ottenuto 43 mila voti nel collegio Catania-Cardinale, riportando una percentuale del 62,1% di voti.
E’ stato componente della V commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) dal 20 giugno 2001 e dell’VIII commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici) dal 23 maggio 2003 (in sostituzione del ministro Altero Matteoli).
Da registrare anche un’esperienza polemica con Alternativa sociale, la formazione di Alessandra Mussolini, nel 2006. Dichiarò in quella circostanza: “Ho sempre scelto la mia vita e il modello di coerenza cui mi sono sempre indirizzato. In An ormai comandano le oligarchie che utilizzano strumentalmente le ragioni del realismo politico per annullare i comportamenti leali e calpestare i principi e l’etica solo per far vivere di rendita chi ha lo scettro del comando. Ormai è un partito dove ci sono solo i padri-padroni che non rispettano più i valori basilari della vita, annullando tutti quei comportamenti minimali della convivenza politica sacrificandoli agli interessi personali. La modernità – spiega – non può essere accettata senza i valori della tradizione, perché rappresenta un tradimento alle scelte che sono state alla base della formazione politica e culturale del nostro mondo che ha preso corso nell’immediato dopoguerra”. Su Berlusconi ha parole migliori: “E’ una persona che mi è profondamente cara e verso la quale ho un grande rispetto”.
E’ scomparso nel gennaio 2012, a 78 anni.

(Giampiero Castellotti)

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