Cisl polemica sulla gestione Covid in Molise

Il sindacato Cisl Molise – afferma il coordinatore Antonio D’Alessandro – esprime il proprio dissenso per il modo in cui è stata affrontata la questione COVID 19 in Molise. Nessun coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori sulla pandemia, nonostante il protocollo del 14 marzo prevedesse una condivisione di intenti e programmi. Nessuna convocazione da parte della Prefettura di Isernia  e Campobasso, né tantomeno dalla Regione Molise, probabilmente affaccendata in problematiche d’altro tipo. Nessuna risposta alla richiesta delle OO.SS. Confederali e dalla CISL Molise ed ai solleciti, inviati il 10 ed il 15 di aprile alle due Prefetture molisane.

Al momento – continua Antonio D’Alessandro – i datori di lavoro possano già riprendere la produzione con una autodichiarazione da inviare al Prefetto ma, a questo punto, è lecito chiedersi a quale organismo verrà assegnata la possibilità di effettuare verifiche e proporre modifiche per la salvaguardia della salute dei lavoratori, dal momento che le compagini sindacali in regione sono state del tutto escluse da ogni attività gestionale o anche solo informativa e le suddette Prefetture continuano a non rendere partecipi di dati ed notizie i lavoratori, per il tramite dei loro rappresentanti.

Eppure il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri datato 11 marzo, inerente attività professionali ed attività produttive, raccomandava con forza la realizzazione di intese tra organizzazioni datoriali e sindacali, per il tramite delle Istituzioni.

Non si sta chiedendo – precisa D’Alessandro – di essere convocati in lussuosi saloni governativi, di prender parte a riunioni decisionali o d’esser membri di riunioni o conferenze in video, ma semplicemente di essere coinvolti per e dare indicazioni e fornire contributi fattivi ed utili, in linea con la previsione del Protocollo del 14 marzo u.s. e successivi DPCM.

Non si vuole dar credito all’ipotesi che a qualcuno possa far comodo confrontarsi con un sindacato poco informato… D’altra parte, non è possibile chiedere al sindacato di costituire nelle aziende un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, e farne validamente parte con proposte e suggerimenti, se non si da la possibilità alle rappresentanze sindacali aziendali di conoscere quali siano le aziende attualmente in attività.

Ormai la cosiddetta Fase 2 è alle porte e, a livello territoriale – fa notare il Coordinatore Cisl – è necessario individuare i criteri base e fornire le linee guida, necessarie a preservare la salute e la sicurezza dei lavoratori come principale tema di confronto, perché riteniamo che solo un contraddittorio sul tavolo prefettizio e in sede di Giunta Regionale potrà fornire indicazioni puntuali ed esaurienti che potranno essere utili per dare risposte e sostanza ai tanti, tantissimi interrogativi e bisogni che, in abbondanza in questi giorni  di distanziamento sociale, ci troviamo a raccogliere su temi fondamentali che riguardano la vita e il lavoro delle persone.C’è bisogno di un lavoro in sinergia tra istituzioni locali, sindacati, associazioni datoriali e tutti gli attori coinvolti per migliorare il sistema di controllo e di gestione delle prossime fasi, proponendo e condividendo i possibili criteri per coniugare al meglio la salute delle persone e l’attività produttiva e lavorativa in condizioni di massima sicurezza.

Mai come adesso – conclude Antonio D’Alessandro – serve una presa di coscienza ed un salto di qualità per progettare la ripartenza ed evitare ‘false partenze’, tenendo conto che – con tutta probabilità – la coesistenza con il virus durerà a lungo e saranno necessarie condotte alternative, nuove regole di convivenza, comportamenti prudenti e costanti cautele che dovranno tener conto di privazioni varie, distanziamenti fra persone, continua igiene personale e periodiche sanificazioni ambientali, turni alternati, avvicendamenti, orari diversificati e riduzioni di ore di servizio, allo scopo di ripensare e riscrivere una nuova organizzazione non solo dell’attività produttiva ma della stessa vita sociale alla quale dovremo tutti adattarci ed abituarci.

(Antonio D’Alessandro)

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