
Quanto accade sul nostro pianeta ci dice con estrema chiarezza che stiamo vivendo un’epoca alquanto buia in generale per tutti, ma in particolare per i tanti popoli alle prese con guerre fratricide, da occupazione o di liberazione.
La storia è costellata di conflitti fra gruppi umani talora durati decine di anni e generati sempre dall’individualismo e dall’egoismo esasperati che hanno fatto prevalere la voglia di odio che spinge alla sopraffazione impedendo in tal modo la capacità di coesistenza sui territori e di condivisione dei beni a disposizione non di questo o di quel gruppo sociale e neppure di uno Stato piuttosto che di un altro ma dell’intera umanità.
Non ci è bastata la lezione della Guerra dei Cento Anni né quella di due guerre mondiali che ci hanno portato alla Shoah e a milioni di morti.
La memoria storica non ci rende più saggi e razionali perché non viviamo per essere felici, ma rincorriamo egoisticamente il possesso e la ricchezza per i quali siamo disposti a compiere il male nei confronti di singole persone, di gruppi sociali e di intere popolazioni.
Un altro motivo che ci spinge a calpestare i diritti altrui sta nella concettualizzazione xenofoba della superiorità di alcune etnie sulle altre e allora arriviamo ai tanti genocidi di cui abbiamo disseminato la storia in passato e che continuiamo a perpetrare oggi verso popoli inermi e indifesi.
Abbiamo provato a dare all’umanità regole di convivenza pacifica, ma anche le organizzazioni internazionali create all’uopo non hanno mai realmente avuto i criteri dell’equità e della giustizia sociale al punto che oggi anche l’ONU, senza un’adeguata riforma, non riesce più né a prevenire le guerre e tantomeno a porre fine ad esse.
Non sappiamo o non vogliamo capire che siamo davanti a una società che in gran parte finge di opporsi alla guerra, ma in realtà la alimenta per loschi interessi economici e finanziari tra cui non ultimo c’è quello della produzione e commercio delle armi.
La nostra serenità è sfidata dalla dittatura e dalla guerra nella libertà, nella democrazia ma oggi sempre più perfino nel nostro diritto alla vita da autocrati, oligarchi, imperialisti, guerrafondai e populisti di ogni risma che oltretutto vorrebbero farci credere di avere principi e riferimenti ideologici e religiosi di spessore democratico, libertario ed egalitario di cui si servono unicamente per giustificare in modo propagandistico gli interessi di potere, le aspirazioni colonialiste, le ambizioni economiche di arricchimento come le avversioni e l’odio per chi è diverso.
“Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono”.
Sono le parole che il grande poeta cileno Pablo Neruda scrisse per le migliaia dei suoi connazionali desaparecidos.
Chi combatte oggi sui fronti di guerra non sono né i dittatori o i leader delle organizzazioni terroristiche e tantomeno i ricchi o i guerrafondai che sanno anche molto bene come mettere in salvo all’estero i loro familiari prima che scoppi il conflitto.
A rischiare la vita sui campi di battaglia sono i poveri costretti ad andarvi da leggi inique ma soprattutto i popoli occupati, perseguitati e indifesi.
Stiamo creando nuovi genocidi come quello perpetrato ai danni del popolo palestinese, non riusciamo né a prevenire e tantomeno a contrastare il neoimperialismo pluridirezionale da parte di dittatori di ogni genere che hanno perso il senso più elementare di umanità e subiamo carneficine mentre anche le nazioni che si definiscono contrarie alla guerra non sono capaci o non vogliono imporre il cessate il fuoco e così continuiamo a contare ogni giorno migliaia di morti uccisi anche quando tentano di non morire di fame raccogliendo i pacchi di viveri lanciati da aerei ed elicotteri perché a Gaza non si lasciano arrivare neppure i camion dell’UNICEF.
Una tregua serve ovunque e con urgenza non solo per evitare di continuare ad avere morti, ma anche per ricondurre a riflettere chi queste guerre le ha provocate, le sta alimentando e le inasprisce fino a portarle verso la distruzione fisica totale di quello che viene definito il nemico.
Ho scritto qualche mese fa che stiamo perdendo ogni senso di umanità perché siamo incapaci del rispetto dei diritti altrui, di dialogo e di ricerca di soluzioni non violente ai problemi.
Parole come riconciliazione, rispetto, convivenza, condivisione, eguaglianza avranno un senso solo se riusciremo a educarci e a educare alla soluzione non violenta dei conflitti.
Intanto abbiamo bisogno di liberarci dai dittatori o dai finti democratici che in genere hanno sempre provocato le guerre e anche oggi le alimentano per sporchi giochi di potere.
Ho molta fiducia nei giovani che, ancora lontani da interessi individualistici, possono davvero essere la speranza in un mondo migliore.
Il potere cerca di intimorirli, ma il loro livello di onestà etica, intellettuale e politica ha molto da insegnarci!
(Umberto Berardo)