Oggi, l’Europa occidentale sta passando da una crisi all’altra, da quella politica, a quella economica e ora a quella sociale. Crisi scaturita da quel luogo instabile in cui il sub continente esita tra due percorsi: quello della stabilità che non è immobilità ma una tensione verso l’equilibrio; e quello di una ulteriore svolta verso lo squilibrio, che può portare alla disintegrazione totale.
Nello specifico, l’Europa è incapace, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ad avere una rappresentanza coerente, ossia una governance europea unita, atta a risolvere i problemi quali la capacità produttiva, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, l’aumento dei prezzi, la salubrità del cibo, la tutela dell’ambiente non vista però sotto l’aspetto del poco funzionale Green New Deal ( Nuovo Patto Verde), e peggio, i dubbi sul futuro dell’Europa stessa. Si è nel caos completo. Si veda la crisi gravosa che attanaglia il settore dell’automotive o quello agricolo, solo per citarne alcuni. L’Europa, indebolita, è attaccata da nazioni come la Cina, l’India ed altri Paesi in via di sviluppo. In poche parole, la situazione europea occidentale è deteriorata.
Gli effetti divergenti delle politiche antinflazionistiche adottate dai diversi Stati membri dell’Ue stanno provocando distorsioni della concorrenza tra i Paesi del Nord e del Sud, fabbriche che delocalizzano verso Est, etc.
A tutto ciò si aggiunge il pericolo principale: l’ingiustizia sociale. Si prenda l’Italia. L’inflazione legata alla non indicizzazione delle pensioni, degli stipendi, sta portando sempre più all’aumento di persone alle quali mancherà l’indispensabile: il cibo. Succede in tutta la nazione dove file interminabili di persone che aspettano dalle prime ore dell’alba l’apertura delle strutture umanitarie, “Caritas” ad esempio, per mangiare una scodella di pasta.
Si parla, più o meno, di sei milioni di poveri. Aumenteranno? Ci si augura di no.
“Forti” di questa amara e reale puntualizzazione, si può mai pensare di acquistare beni di consumo, ad es. automobili, se tante, molte famiglie non riescono manco a sbarcare il lunario?
Per quanto sopra scritto, molto conciso e sicuramente poco esaustivo, il tutto porta ad un’unica conclusione: ad una Europa invertebrata. Ed il perché è presto spiegato.
Noi europei non abbiamo alcuna possibilità, l’Italia ancor di più, di incidere sulle dinamiche politiche e per di più siamo tenuti ad eseguire ordini assurdi impartiti dai vertici dell’Unione europea, ma di fatto formulati dalle oligarchie massoniche usuraie al comando di organismi quali Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), Nato (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord), Wef (Forum Economico Mondiale , Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), Aspen Institute (Associazione privata, indipendente, internazionale), Gruppo Bilderberg (sono personalità nel campo economico, politico e bancario), etc. Che si tratti di portafogli digitali, credit carbon, flussi migratori, farina di grilli o concessioni balneari, il risultato non cambia.
I popoli non contano nulla né decidono alcunché, sono anzi solo vessati, umiliati e derubati. Se provano ad opporsi, il potere fa orecchie da mercante, avanza imperterrito, li stritola sotto i carri armati della ritorsione, della censura, del politicamente corretto e di un mito di progresso dipinto come inevitabile quando, viceversa, è il frutto di un pugno di miliardari, abili manipolatori, e di più, incapaci di provare sentimenti e di non dimostrare alcun interesse per le conseguenze distruttive sugli altri.
Più aumentano le possibilità pratiche e le conoscenze tecniche degli uomini, il cosiddetto progresso, e più diminuisce l’autonomia del singolo individuo, tanto che questo processo razionalizzante assume sempre più una vera e propria “disumanizzazione” e, visti i tempi inquietanti, viene più “divinizzato” l’interesse personale per il denaro che non il rispetto valoriale etico per la persona, sia essa familiare, amicale o conoscente.
I “comandanti” vogliono far credere, e ci stanno riuscendo, di far vivere il popolino in un mondo utopico, ideale ma in realtà lo fa vivere in un mondo distopico ovvero indesiderabile, spaventoso.
Ad ognuno che legge, le proprie considerazioni.
(Giorgio Scarlato, Termoli-CB)