Fibre International: il brand molisano che fa bene all’ambiente

Antonio Alessandro Valerio

Puntare sulla ricerca di materie prime sempre nuove, provenienti dai rifiuti, per realizzare abiti con
l’obiettivo di coniugare ambiente, economia, lavoro. È la visione green della moda di Antonio Alessandro Valerio, fondatore e direttore creativo di Fibre International, start up molisana del Gruppo Valerio che produce capi d’abbigliamento ecosostenibili.

Partire dalle tradizionali competenze del territorio per approdare alla nuova frontiera dell’alta moda etica che rispetta l’ambiente e gli animali. Nasce con queste intenzioni, nel dicembre 2020, il brand di Pettoranello del Molise, in provincia di Isernia, dalle ceneri dell’ex polo produttivo sartoriale Ittierre, luogo dove per anni sono stati convertiti in capi sartoriali le idee creative di alcuni tra i più affermati stilisti del panorama italiano.

La neo azienda del Gruppo Valerio rappresenta anche un’opportunità di reinserimento
per i tanti lavoratori qualificati rimasti improvvisamente senza lavoro dopo il crac finanziario legato allora presidente dell’Ittierre Tonino Perna. Con Fibre International, viene rilanciata così una realtà produttiva che ha reimpiegato una parte di quelle maestranze che per decenni ha reso famoso il distretto industriale, con una valenza sociale importante sia in termini occupazionali che di riqualificazione, di una zona da sempre eccellenza nel settore tessile.

Fibre è frutto di un percorso di ricerca continua volta a trovare soluzioni sempre più innovative. È così che nel dicembre 2021 vede la luce Res –Recupero Etico Sostenibile, il nuovo progetto industriale di riciclo del Gruppo Valerio che dalla raccolta arriva allo smaltimento, fino alla realizzazione di capi di abbigliamento.

Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, Antonio Alessandro Valerio aveva dichiarato: “Al momento stiamo puntando sulla plastica e altri tipi di materiale organico e inorganico, ma integreremo. Infatti abbiamo acquisito anche il Centro ricerche del Nucleo Industriale di Pozzilli (Isernia) che lavora in questo senso”. Parole non lasciate al caso ma seguite dall’impegno e dai fatti. Lo dimostra l’inaugurazione a giugno 2022 del Centro di Ricerca Polymeres – Sustainable innovations in plastic, un polo tecnologico e centro di ricerca nel settore delle materie plastiche, nato come start-up innovativa del Gruppo e situato a Pozzilli, presso Venafro, all’interno dell’ex sede dei laboratori Mossi & Ghisolfi, una struttura di più di 2700 metri quadrati provvista di laboratori di ricerca all’avanguardia. L’obiettivo è quello di avviare progetti di ricerca e sviluppo finalizzati al recupero delle materie, al supporto delle imprese nella re-ingegnerizzazione dei processi e alla riduzione dell’impronta ecologica dei prodotti di largo consumo.

Sviluppo e crescita sostenibile sono i due capisaldi sostenuti da questa realtà imprenditoriale, insieme al recupero della forza lavoro molisana ex Ittierre per riconvertire le capacità sartoriali degli ex dipendenti, realizzando tessuti alla moda ed ecosostenibili, con materie prime che derivano dal riciclo della plastica e poi rigenerate. Seguendo i principi dell’economia circolare in cui “tutto si trasforma e riutilizza, niente si distrugge”, il progetto di Fibre guarda al benessere del pianeta, accordandosi con gli obiettivi del Pnrr per la transizione ecologica e la rivoluzione verde. La mission dell’azienda molisana è perfettamente in linea con le nuove tendenze del settore della moda mondiale che vede un sempre maggior numero di brand orientarsi verso la sostenibilità al fine di diminuire la loro impronta ambientale, anche attraverso l’utilizzo di materiali riciclati nel proprio processo produttivo.

A capo del fashion brand c’è Antonio Alessandro Valerio, amministratore e direttore creativo, che ha dato vita a un progetto visionario e coraggioso anche grazie all’utilizzo di sofisticati laboratori di controllo sull’intera filiera del processo di produzione per allineare i tessuti agli standard qualitativi interni. Nulla di nuovo per l’imprenditore molisano già impegnato da anni nella Smaltimenti Sud, società di Isernia costituita nel 1989 per iniziativa della famiglia Valerio, che si occupa della realizzazione e gestione dei centri di raccolta comunali o intercomunali.

“La moda – sostiene Antonio Alessandro Valerio – è uno dei settori a maggior impatto ambientale, sia per la filiera troppo lunga e ormai dislocata a livello globale, sia per il materiale utilizzato spesso di bassa qualità e altrettanto inquinante. Realizzare abiti con una filiera locale a chilometro zero e con l’impiego di materie prime sostenibili è il punto di partenza per una vera rivoluzione green”.

Proprio in questi giorni, Fibre è stata una delle protagoniste della III edizione del Phygital Sustainability Expo, il primo evento interamente dedicato alla transizione ecologica dei brand di moda e design attraverso l’innovazione tecnologica, in scena l’11 e il 12 luglio nella suggestiva cornice dei Mercati di Traiano di Roma. Nel corso della manifestazione è stata presentata in anteprima una collezione di capispalla in materiale riciclato cruelty free che adotta imbottiture in fibre naturali e vegetali come lino e cachemire, in sostituzione alle classiche in piuma d’oca.

L’elemento fondante dell’azienda è il corpo che diventa la materia prima su cui costruire una seconda pelle fatta di fibre naturali e artificiali ottenute dall’economia circolare e orientate alla produzione di una nuova tipologia di abbigliamento e accessori totalmente ecosostenibile, performante e profondamente identitaria. Il brand Fibre è un marchio a valenza globale che intercetta le esigenze dei consumatori contemporanei e nasce con l’obiettivo di introdurre nuovi concetti di produzione sostenibile ridisegnando la filiera del tessile attraverso un’analisi delle materie prime e dei luoghi di produzione e trasformazione.

Fibre si declina in brands che vanno dal mondo del fitness all’alta sartoria, scaturiti da tessuti altamente performanti al fine di soddisfare le aspettative dell’utente contemporaneo.

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