Gli sparuti studenti-esibizionisti che vogliono la scuola in presenza

Il governatore campano De Luca, con il suo noto fare esuberante, a fronte delle proteste di una ragazzina per la chiusura delle scuole in presenza, manifestò tutto il suo stupore per “l’unica studentessa” desiderosa di andare a scuola. E raffreddò le proteste sfornando i numeri dei contagi nelle scuole della sua regione.

Al di là dell’intemperanza provocatoriamente espressa dal presidente della Campania, in effetti queste sparute manifestazioni davanti agli istituti scolastici da parte di pochi studenti intenzionati a rientrare fisicamente nelle classi e a caccia di visibilità mediatica (puntualmente ottenuta), spesso supportati da insegnanti e genitori, accende qualche interrogativo. Sono davvero loro gli “eroi” del sapere o piuttosto sono quella stragrande maggioranza di compagni, assenti in questi assembramenti, che con la scelta della didattica a distanza stanno salvando migliaia di vite, soprattutto delle persone più anziane?

In tale drammatica fase per l’intero pianeta, non dovrebbero essere giudicati gli strumenti, i più ovviamente d’emergenza, ma i comportamenti. E andrebbero additati quale esempio quelli responsabili, come appunto quelli di starsene a casa, come consiglia un noto spot tedesco.

Gli studenti vogliosi del rientro fisico nelle aule farebbero bene a studiarsi anche le dinamiche del contagio. La scuola, che muove quasi dieci milioni di individui in Italia, è tra le cause principali delle crescite esponenziali delle curve. Tra le tante ricerche, quella di Wired – con numeri ministeriali – attesta che i contagi tra il personale scolastico sono di gran lunga più frequenti rispetto agli altri nella maggior parte delle regioni italiane. In Molise, per fare un esempio, ci sono stati 120 casi ogni 10mila studenti e docenti rispetto ai 37 generali.

C’è di più. Stupisce che questi sparuti gruppetti di studenti siano allineati con i propri professori, quando tradizionalmente, a quella età, è proprio con la logica del confronto che si cresce e si innova. Le vostre istanze, cari studenti, sono solo quelle di rientrare nelle aule scolastiche? E sui tanti altri problemi che investono la scuola non dite nulla?

(A.C.)

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