Guardialfiera (Cb), ritorno di vita letteraria

Il Centro Studi di Guardialfiera compie trentadue anni e si staglia fra i sodalizi più longevi nel panorama della cultura regionale. Un lungo spazio punteggiato dall’idea del meglio. Storie di incontri e di confronti e di riscontri. C’è ancora qualche longevo a rievocarci il Concerto di Natale del 1990, suonato in Cattedrale dall’Orchestra Filarmonica di Plovdiv e cantato dalle “Voci del Danubio” e da Boris Cristov, il basso allora più applaudito del mondo. E ci son i tanti artisti, maggiorenni, a rivivere emozioni giovanili vissute nelle Gallerie più eleganti di Roma durante le quattro edizioni capitoline dei “talenti molisani”. Ricordano increduli le sollecitudini e il sostegno dispensato loro da Carlo Savini, presidente a Bruxelles dell’Unione Europea dei Critici d’arte. Che emozione volgere appena lo sguardo sul preludio d’una avventura e di una serie di impensabili e irripetibili eventi!Spira aria nuova, aria di festa ora al Palazzo Loreto, in questo edificio nobiliare dentro il quale s’increspano vivacità e alacrità del Centro Studi ”Perrazzelli”.

C’è un rinvigorito Consiglio Direttivo, con Giovannino Di Risio riproclamato presidente, e un armonioso comitato tecnico-scientifico, a far transitare ideali e realtà, dal magnifico passato, ad un presente ed un futuro solido e credibile, e con una gamma di idee già profumate di consensi.

E’ ricostituito il Parco Letterario per i luoghi di Francesco Jovine ancora esistenti e visibili. Guardialfiera e Agnone (la Atene del Sannio) rappresentano i poli attrattivi e operativi. Diventano invece destinatari d’un progetto antico e nuovo, i giovani molisani solo se si renderanno abili a convertire in dinamismo redditizio, il racconto della leggendaria civiltà contadina, della religiosità, del sapere manuale, del sapore dei cibi. Romanzo, storia, natura, tradizioni, insomma, riusciranno a “catturare (come profetava lo stesso Jovine) il visitatore e renderlo protagonista di scoperte personali da raccontare”, e a produrre imprenditorialità, economia e occupazione innovativa.

Risorge Jovine da un colpevole oblio; torna a ridarci voglia di fare, a suscitare attenzione al suo pensiero da parte di intellighenzie fresche. Jean–Pierre Pisetta, cattedraico, è venuto dal Belgio a scoprire i lineamenti dell’ ”Uomo-Jovine”, a riesumare “I Sogni d’oro”, una novella ora tradotta in lingua transalpina e fatta veicolare in Francia attraverso “Europe”, mitica rivista letteraria èdita a Parigi. E Jen-Pierre assicura di esaltare tenacemente all’estero, la grandezza del nostro romanziere.

E’ disceso dal nord, prima della recrudescenza Coronavirus, Alberto Sana, intellettuale di Verdello (Bg), per radiografare caratteristiche inedite dello scrittore guardiese. Ne riesce a penetrare la teoria predominante da “Gli italiani in Egitto”, un sorprendente e ingiallito manoscritto vergato con l’inchiostro ed il pennino da Jovine, quand’era esule al Cairo durante il regime fascista. Si tratta di un esclusivo d’incontenibile golosità e di inevitabile pubblicazione. Alberto Sana s’imbatte alla ricerca d’un profluvio di Racconti sconosciuti ed ammalianti, già gradatamente in uscita da parte di “Primo Piano Molise”. Egli ci svela l’impegno a ristampate <Berlué>, il primo “chiacchierato” romanzo di Jovine  riservato ai bimbi del 1929. . Al Prof. Sala s’associa il fiorentino Claudio Giunta, cultore e Ordinario di Italianistica alla Università di Trento.Antonio Mucciaccio – saggista e agitatore di studi – va perfezionando “Terre del Sacramento – Storia e Documenti” : l’esatta localizzazione, cioè, dei piccoli poderi appartenenti alla Confraternita di Guardialfiera. 

Antonietta Caruso escogita un Concorso Nazionale finalizzato allo studio ed alla divulgazione storica delle “Porta del Perdono” di Guardialfiera. Ella è, altresì, autrice del Progetto “Pietre Parlanti”: laboratori artistici di scultura, di formazione e fruizione del patrimonio culturale nella “Città della Pietra”. Anche Gioconda Marinelli, da Napoli, ci annuncia un suo variopinto e joviniano progetto editoriale.

Ester e Giuseppe Villani fanno Atto di Donazione al Centro Studi d’una straordinaria collezione discografica dello scorso secolo, riferita alla grandezza e alla evoluzione della musica leggera mondiale; ai classici, alle colonne sonore ed ai grandi compositori, Maestri e Artisti cosmopoliti.

Tutto questo insieme di sublime, in questo momento grave, configura la convinzione e la condivisione a cooperare allo sviluppo dei fini superiori e vivere la grandezza del bello e del nobile. Quasi una risposta, come all’Appello di don Sturzo, “agli uomini liberi e forti” desiderosi di sognare.

Vincenzo Di Sabato 

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