I fucilieri di San Nicola a San Giuliano del Sannio (Cb)

L’8 e il 9 maggio (e il 10 agosto) a San Giuliano del Sannio,, in provincia di Campobasso, è festa grande. Si festeggia San Nicola e lo si fa in maniera scoppiettante sin da tempi immemori. Infatti, assieme alla statua del santo sfilano, in gran frastuono, anche I Fucilieri di San Nicola.

La tradizione risalirebbe al 1724, per alcuni al 1820, come attesta un documento dell’allora vescovo Gennaro Pasca, quando, dopo aver commissionato una statua lignea del Santo, l’arciprete decise di farla accogliere dalla popolazione con spari di fucile in segno di festa. I fucilieri, una sorta di associazione che consta di anziani, adulti, giovani e bambini, vestiti in divisa associativa, sfilano con archibugi ad avancarica per poi creare un vero e proprio spettacolo del fuoco. Spari a salve con polvere pirica di assoluta purezza, che fanno rumore, anzi, molto rumore.

Una goliardica festa per una tradizione che rende onore ad un paese, San Giuliano del Sannio, tanto da annoverarlo tra le città del fuoco. San Nicola è un elemento fondamentale della storia e dell’identità del paese. La festa patronale dedicata al Santo, coincide con la rievocazione della traslazione delle sue reliquie.

Questo evento ha un ruolo primario nei cuori dei sangiulianesi residenti e anche di quelli all’estero. Oltre alla parata dei fucilieri, la particolarità di questa festa, ciò che la rende unica, è l’asta delle bandiere, in cui la cittadinanza riunita in piazza partecipa ad una gara per avere l’onore di portare in processione le due bandiere che seguono il santo e che rappresentano gli emigrati in America del Sud e in America del Nord. Segue la suggestiva pesatura dei bambini, che avviene in chiesa, per ribadire la protezione del Santo verso le generazioni future. Il clou però, è la parata dei fucilieri, improvvisati moschettieri che esplodono in aria potenti colpi, che si mischiano al suono delle campane. In regione non vi sono manifestazioni simili. La manifestazione, in onore di San Nicola, si consacra tra quelle più importanti.

La storia della tradizione è ben raccontata e conservata in una mostra permanente, visitabile presso il palazzo marchesale.

Originariamente la festa durava dal 7 al 10 maggio ma nel percorso dei secoli fu ridotta per dar vita ad una rievocazione estiva, in data 10 agosto e dedicata agli emigranti, così da garantire il forte legame tra i cittadini residenti e quelli oltre oceano. I fucilieri di San Nicola, una volta restii a regalare le loro performance fuori dalla manifestazione in onore di San Nicola, oggi hanno un piglio diverso, si confrontano, arricchiscono palinsesti, mai banalmente e, sempre con la considerazione e consapevolezza di essere quell’unico baluardo che della tradizione San Giulianese ne fa, orgogliosamente, bandiera. L’importanza della crescita culturale ha fatto si che giovani e giovanissimi, e più di qualche ragazza, si sono avvicinati prepotentemente, e con occhi proiettati verso il futuro, al mondo associativo, tanto da partecipare a tutto tondo, non solo alla preparazione della Festa, ma alla vita culturale dell’intero paese. Quest’anno il programma è stato decisamente ricco ed appetibile tanto da aprir una finestra a moltissimi amici camperisti che hanno decisamente apprezzato ogni sfaccettatura dell’evento. Una due giorni che si sintetizza nell’incontro, nella partecipazione attiva di tutta la comunità.

Tutti si son stretti al Santo, agli attori principali della festa in suo onore. Gli occhi di ogni partecipante hanno mostrato luce vera, quella che dal sorriso porta al pianto di commozione. I colpi da polvere da sparo scovolata nelle canne dei fucili d’avanguardia, restano nel cuore e il rumore non si sente affatto. Esso diventa suono e sinergicamente pone in alto la forza di essere pronti a sfidare la pioggia, la stanchezza per il lungo viaggio di molti concittadini non dimoranti in paese, la pigrizia che spesso ci assale. La piazza del paese si veste a festa, ognuno dei partecipanti si veste con il miglior vestito e le campane accompagnano il fuoco amico dei fucilieri che quest’anno son stati davvero tanti. Vestiti di tutto punto fanno corona al passaggio del Santo e delle autorità. Il picchetto è di quelli d’onore e la liberazione della felicità di esserci culmina al termine della processione, con spari di gioia.

Singoli, in batteria, più forti, meno forti, regalano a chi crede nella “restanza” quell’attimo di gioia che, solo vivendo l’esperienza Sangiulianese, si può conservare nel cuore sino all’anno prossimo quando ancora una volta, lo sparo non è fastidioso ma, un regalo dell’uomo al mondo. Esserci è un privilegio. Per chi non c’era il racconto è lo sprone per esserci l’anno venturo. Il Molise è tradizione, la tradizione fa del Molise la regione che affascina e conserva in un caleidoscopio la propria bellezza.

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