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Negli ultimi cinque anni sono scomparsi circa 10mila residenti. Ogni anno ci sono sempre più morti che nati. La popolazione media sta invecchiando a tambur battente.

Sembra una condizione inesorabile quella denunciata nel corso dell’ennesimo convegno sullo spopolamento, tenutosi nei giorni scorsi a San Giovanni in Galdo, in provincia di Campobasso.

Nel corso dei lavori è emerso, tra l’altro, che lo scorso anno in 9 comuni molisani ( Castelverrino, Lupara, Molise, Montorio, Pizzone, Provvidenti, San Biase, Sant’Angelo Limosano) non è nato nemmeno un bambino. Se nel 1951 il Molise aveva oltre 400mila abitanti, secondo diverse analisi quel dato sarà dimezzato tra qualche decennio.

Come invertire il trend? Da più parti si propone ormai di accogliere molti immigrati. Ma non tutti sono d’accordo, evidenziando lo snaturamento del territorio e delle tradizioni. Ma meglio trasformare molti paesi in una definitiva landa deserta, in una sorta di decadente museo a cielo aperto?

Ma c’è un problema in più, nel povero Molise: persino i cittadini stranieri fuggono. La fotografia scattata dal Dossier statistico sull’immigrazione curato dal Centro studi e ricerche Idos, presentato appena la scorsa settimana a Roma, conferma che in un anno il Molise ha perso 1.808 abitanti, di cui molti extracomunitari.

Anche da questo qualificato studio possiamo tirar fuori numeri non proprio esaltanti: dal 2014 al 2018 la diminuzione della popolazione residente registrata dell’Istat in Molise è stata di ben 7.731 persone. L’ultimo dato Istat relativo al bilancio demografico mensile, parla di 304.048 residenti. Anche la soglia psicologica di sotto i 300mila si avvicina e secondo previsioni attendibili, in tre anni dovrebbe essere varcata.

Del resto già lo Svimez era stato profetico: nei prossimi 50 anni la caduta delle nascite e l’emigrazione produrranno una perdita di circa 88mila residenti e la popolazione del Molise si ridurrà a poco più di 230mila persone. A rischio c’è il futuro della maggior parte dei paesi, ma anche la stessa autonomia regionale, che trova sempre più oppositori. Serve davvero, ci si domanda, spendere soldi per un enorme apparato burocratico a fronte di una realtà sempre più insignificante numericamente?

C’è un altro dato emblematico: se la percentuale di stranieri in Molise, per quanto di molto inferiore alla media nazionale, era salita dal 2,9 per cento del 2012 al 4,5 del 2017, nel 2018 è addirittura scesa dello 0,3 per cento, mentre nel resto d’Italia – Sud compreso – continua a salire.

Le prime otto comunità presenti in Molise nel 2018 erano quelle romena (4.081-29,4%), marocchina (1.404-10,1%), nigeriana (912-6,6%), indiana (587-4,2%), ucraina (523-3,8%), polacca (480-3,5%) e pakistana (421-3%).

Tra i residenti stranieri le fasce d’età più rappresentate sono quelle 18-29 anni (27,5%), 30-44 (31,8%), 45-64 (21,3%).

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