Chi ha i capelli bianchi non se li può scordare. Erano i gloriosi anni Ottanta quando il Campobasso calcio approdò in serie B. Allenatore Pasinato, presidente Molinari. La squadra molisana c’è rimasta cinque stagioni, dal 1982 al 1987, l’apice della storia calcistica rossoblu. La prima stagione, la partita d’esordio contro la Lazio di Giordano all’Olimpico, uno zero a zero che fu una festa di orgoglio molisano a Roma, un’intera curva riempita dai molisani capitolini e uno striscione dei tassisti nella curva Sud. In un anno magico il Campobasso arrivò quinto, sfiorando la serie A, sconfitta decisiva con il Como, tre a zero. Tra le vittorie storiche, quella con la “solita” Lazio a Campobasso, gol di Biagetti, i romanisti ancora sfottono i laziali per quell’ignominia, anche se i biancazzurri si sono rifatti mandando i molisani in C con gli spareggi a tre, insieme al Taranto.
Tra gli allenatori, un certo Grip, svedese, avrebbe dovuto applicare la zona, ma fu un fallimento.
Nel palmarès del Campobasso c’è anche la conquista di una Coppa Italia Dilettanti nel 2014, mentre a livello interregionale ha vinto tre campionati di Serie D (1974-1975, 1999-2000 e 2020-2021) e una Coppa Italia Dilettanti (Fase C.N.D.) nel 1997-1998, oltre a vari tornei di categoria regionale.
Campobasso festeggia ora il ritorno in Serie C con un turno d’anticipo dopo la vittoria a Chieti (2-0). Una buona notizia in mezzo alle tante notizie negative che troneggiano in Molise. Alla guida della società ci sono sempre gli americani, l’imprenditore Matt Rizzetta: la squadra è ripartita dall’Eccellenza per centrare in due stagioni il professionismo. Lo ha fatto battendo in particolare le favorite Sambenedettese e L’Aquila nel girone F della serie D. Ora si spera in una nuova promozione che riporterebbe i molisani ai vertici del calcio. Sognare non costa nulla.
Merito della conquista della serie superiore va, oltre alla società, all’allenatore palermitano Rosario Pergolizzi, ex giocatore di Bologna, Ascoli e Brescia. Tra i giocatori, ottima stagione per l’ecuadoriano Luis Maldonado (ex Chievo e Catania) e per il portiere Manuel Esposito (prestito dal Benevento).
Poi i tifosi. Media di tremila unità in casa e costante presenza in trasferta. Certo, non è il Molise degli anni Ottanta, cinquantamila molisani in meno in patria e tanti in meno anche al di fuori dei confini regionali. Ma si spera che almeno il calcio possa restituire un po’ di dignità al Molise.