Il panettone molisano di Fornai Ricci

Mastro Panettone 2024, il concorso accreditato e organizzato da “Goloasi”, che premia dopo una dura e significativa selezione i panettoni e pandori più buoni dell’anno, ha visto primeggiare, come ormai da molte edizioni, Mattia Ricci figlio d’arte della famiglia de i “Fornai Ricci” di Montaquila (Isernia).

Una storia lunga anni che oggi fa incetta di premi e sempre più onora l’eccellente qualità dei prodotti molisani. I panettoni all’olio evo o alle deliziose creme, assegnano al palato lo scettro del gusto cancellando l’amaro di una vita che sempre più frenetica, porta esso a correre verso l’ozio delle papille gustative riducendo l’onere del sapore alla semplice condizione di irriverenza all’idillio. L’ottava edizione ha visto in finale solo sedici delle centinaia di concorrenti e tra i prescelti non poteva mancare il Molise.

Artigiani, che della rete tra aziende sposano il profilo e si fanno carico del contenuto, propongono raffinata condizione di professionalità, coerenza, dedizione, innovazione, promozione e continua formazione.

Quest’anno la ricerca è stata l’arma vincente e la sfida, al cospetto di una giuria di super esperti quali Giuseppe Mancini, Claudio Gatti, Marco De Vivo, Pietro Netti, Francesco Borioli, Carmen Vecchione e Eustachio Sapone, seduti sugli scranni di una Bari splendida e baciata dal sole, dopo aver essi attentamente esaminato e valutato i dolci pervenuti secondo vari criteri, come l’aspetto estetico e le caratteristiche olfattive e tattili, prima di procedere alla degustazione alla cieca, ha prodotto frutti succulenti.

Né vincitori né vinti ma solo applausi a scena aperta per l’operosità e l’eccellenza italiana nel mondo. Il made in Italy sempre più esaltante, sempre più ricercato, sempre più apprezzato. In quel made in Italy il Molise è al centro. Un centro che rispecchia e esalta la biodiversità, la logica, la maestria, e non ultimo l’estro che rende grande una regione spesso lasciata al caso, spesso additata di non esistere.

L’artigianato vivo, quello che lascia il segno e garantisce speranze di “restanza”, quello che dimenticato nel tempo da politiche sempre meno vicine alla gente che lavora, non demorde, getta sul banco l’asso di danari e combatte per conservare identità e tradizionalista operosità, ha la necessità di una legge che tutela il tramando e non dimentica i fasti di un passato sempre più lontano, sempre più restio al ritorno.

Tornando al concorso, viste le presenze illustri e le grandi firme gastronomiche, Mattia ha partecipato con un doppio lievitato artigianale tradizionale che ha letteralmente condito di profumi sia l’olfatto della giuria che quello dell’intera platea assisa a sognar l’infinito. Sedici trionfatori con un vincitore a portar alto lo scettro della categoria, che per la cronaca è risultato Antonio Ventieri di Capaccio-Paestum. Una menzione particolare alla premiata ditta “Fornai Ricci” è arrivata da Giuseppe Mancini, decano e giurato di alta scuola che nel riconoscere l’eccellente professionalità del patisseur Mattia ha esaltato modestia e carattere, spesso non in capo a chi di premi fa incetta. Il Molise è una regione dalle enormi potenzialità grazie a chi ancora crede di essere orgogliosamente regionalisti. In barba a chi vorrebbe stracciare l’unità di una piccola parte di essa e unirla all’Abruzzo, risposta migliore non poteva che essere dettata dal campo e non dalla scrivania di comando.

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