Il Piano per il Sud: ne parla Ortis (M5S)

Un Sud rivolto ai giovani, che sia propulsore di economia anche per il resto del Paese: questo lo spirito del Piano per il Sud del Governo, che prevede qualcosa come 123 miliardi di euro fino al 2030 per rilanciare il Mezzogiorno.

Lo spiega il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle, Fabrizio Ortis, che illustra le principali misure contenute nell’ambizioso progetto corale per il Sud, a cominciare dal triennio 2020-22. Una serie di azioni che, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, come spiegato dal premier Conte e dal ministro Provenzano, garantiranno una maggiore dotazione di risorse e capacità di spesa in conto capitale di circa 7 miliardi di euro medi annui, pari all’1,8 per cento del Pil del Mezzogiorno. Finanziamenti importanti anche per il Molise: nello specifico, ai 136 Comuni della regione andranno 36 milioni di euro fino al 2024 pari a 7,2 milioni di euro l’anno a partire dal 2020. Di essi, 4,5 milioni saranno destinati agli 84 comuni della provincia di Campobasso, 2,7 milioni ai 52 Comuni della provincia di Isernia.

“Come ha giustamente sottolineato il presidente del Consiglio – dichiara Ortis – la vera emergenza del Sud è la nuova emigrazione: tra il 2002 e il 2017 il Mezzogiorno ha perso 612mila giovani e 240mila laureati. Per questa ragione il Piano per il Sud si impone come un’azione di investimenti pubblici da sviluppare nell’arco di un decennio, che abbraccia scuole, tasse, imprese, lavoro. Si va dagli investimenti sulla filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla povertà educativa minorile con l’apertura delle scuole per un maggior numero di ore al giorno, al potenziamento dell’edilizia scolastica; è poi prevista l’estensione della No Tax area, l’attrazione dei ricercatori al Sud, l’ammodernamento delle infrastrutture per spezzare l’isolamento in cui versano tanti cittadini, il rinnovo della dotazione tecnologica sanitaria, i finanziamenti del Fondo infrastrutture sociali per comuni medi e piccoli, l’investimento in nuovi asili nido, senza dimenticare il potenziamento del trasporto sostenibile, un incentivo all’occupazione femminile, il credito d’imposta per investimenti al Sud”.

“Rilanciare il Meridione – aggiunge il senatore – vuol dire abbattere le barriere che dividono il Paese, ridurre gli squilibri territoriali, arginare lo spopolamento delle aree interne, fermare l’esportazione delle nostre eccellenze migliori, cioè i giovani. Non si tratta di provvedimenti spot, ma di strategie concrete per fare di questa realtà un sinonimo di eccellenza. Non a caso, si è scelto di presentare un piano di durata decennale, basato su una prospettiva di medio-lungo periodo, che prevede tra l’altro 33 miliardi di investimenti in infrastrutture entro il 2021. C’è un contratto di programma Anas-Rfi molto corposo, che comprende anche treni ad alta velocità al Sud in alcuni snodi fondamentali. Una prospettiva di futuro, dunque, che finora era mancata, pensata per i giovani e che getta le basi per l’Italia del domani”.

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