
Il presidente del Molise Francesco Roberti (Forza Italia) è dunque indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Campobasso, insieme a sua moglie Elvira Gasbarro, per corruzione.
Al di là dell’esito dell’indagine, un ragionamento è d’obbligo: il Molise approda molto raramente alle cronache nazionali, ad esempio con le tante eccellenze storico-artistiche o enogastronomiche locali, ma lo fa quasi sempre con notizie di questo genere che non fanno certo bene all’immagine della regione. Tanto più di un territorio che è stato spesso promosso – dagli stessi molisani – come un’isola felice.
L’inchiesta, infatti, coinvolge complessivamente 45 persone e riguarda i rapporti tra la malavita pugliese e quella molisana. Interessa anche episodi di estorsione, droga e traffico di rifiuti. Il filone delle indagini che riguarda Roberti riguarda alcuni episodi di presunta corruzione in un periodo che va dal 2020 al 2023, quando Roberti non era presidente della Regione ma sindaco di Termoli e presidente della Provincia.
Nel mirino della procura sono finiti i rapporti tra lo stesso politico azzurro e la società Energia Pulita. Il governatore, secondo la procura, avrebbe preso in carico, nella sua veste di pubblico funzionario, l’interesse della società privata.
Il governatore, assistito dagli avvocati Michele Marone e Mariano Principe, ha chiesto di essere ascoltato dagli inquirenti e ha manifestato «piena fiducia nel lavoro della magistratura». Parole che non convincono l’opposizione molisana, con Pd, M5s e Costruire Democrazia che hanno chiesto al presidente di riferire in Consiglio sul suo coinvolgimento nell’inchiesta.
Come molisani, ovviamente, avremmo fatto certamente a meno di quest’ulteriore fango sulla nostra piccola e amata regione.