Il Sud che si fa onore, Piero Matarazzo

Piero Matarazzo. Il suo olio extravergine è stato giudicato il migliore d’Italia

Immersi nel Cilento, uno dei tanti meravigliosi lembi del nostro Mezzogiorno. Provincia di Salerno, Campania meridionale. Da queste parti c’è l’animo riflessivo un po’ lucano, regione a cui appartenevano in passato questi territori. Forse ciò aiuta a spiegare la discrezione e la riservatezza della gente. Ungaretti, l’incomparabile poeta che amò queste terre, scriveva di “civiltà ormai assai rara” per discrezione e riserbo, ma anche per ospitalità: “Basta che esprimiate un desiderio, ed eccoli farsi a pezzi per accontentarvi: lo fanno per inclinazione a farsi benvolere”.

Tale argine di territorio regionale verso le criticità di zone limitrofe è davvero una meraviglia: comprende monti e colline integre che digradano verso un mare paradisiaco.

Numerosi sentieri, immersi nelle pinete, conducono verso antichi e pittoreschi abitati di pescatori. Come quello di Acciaroli: si racconta che qui Hemingway abbia conosciuto il marinaio che ispirò il personaggio del romanzo-capolavoro “Il vecchio e il mare”. Ma ogni borgo presenta suggestive sorprese: Roscigno, ad esempio, è abbandonato da oltre un secolo. Due antiche ordinanze lo svuotarono per la franosità. Il fascino della sospensione nel tempo è assicurato.

La costa offre baie, scogliere frastagliate, calette rocciose, come quella degli Infreschi, un tripudio di sorgenti. E poi le grotte, come a Castel Civita, dove si possono ammirare stalattiti e stalagmiti senza economia. Le spiagge nascoste, rocciose e sabbiose, come quella incantevole di Marina di Ascea. Le testimonianze del passato includono i miti di Enea, le idee di Senofane, Parmenide o Zenone, le polis di Paestum e Velia/Elea con le porte, le terme, l’acropoli. Fino ai complessi monumentali della Magna Grecia, tra templi e basiliche, alla rinomata certosa di Padula e alla fortezza medievale di Fellitto. Per i pellegrini il punto di riferimento sin dal medioevo è Madonna del Sacro Monte a Novi Velia, a 1.706 metri di altitudine.

Roccagloriosa (Salerno)

Un parco nazionale salvaguarda buona parte della ricca biodiversità, mentre suggestive sorgenti, quale Auso, assicurano acqua in abbondanza a numerosi fiumi. Tante le cascate, come quella di Casaletto Spartano detta “Capelli di Venere”, suggestiva sin dalla denominazione.

Non a caso l’Unesco nel 1998 ha dichiarato patrimonio dell’umanità l’intero territorio.

Se Agropoli, Marina di Camerota, Palinuro (l’affascinante nome del nocchiero di Ulisse), Pollica e Teggiano sono località storicamente rinomate, il cinema ha imposto negli ultimi anni lo splendido comune di Castellabate, che ha fatto da scenografia al film “Benvenuti al Sud” con Claudio Bisio.

Proprio a pochi chilometri da Castellabate, nel comune di Perdifumo, andiamo a scoprire una “chicca”: l’olio più buono d’Italia.

Patria della Dieta mediterranea

Il Cilento, benché sconosciuto a molti italiani, seppur sempre di meno, è una delle patrie della Dieta mediterranea. Ciò grazie a produzioni enogastronomiche di eccellenza. Oltre al vino, ai rinomati latticini, ai pomodori, all’ortofrutta (straordinaria l’uva) e ad alcune specialità di nicchia, ad esempio il fusillo Igp o le alici di menaica reperibili a Pisciotta, non lontano da Palinuro, la zona si sta facendo apprezzare da qualche anno per un olio straordinario, premiato in molti concorsi settoriali.

Iginio Massari, il re dei pasticceri, con Piero Matarazzo

Tra i tanti validi produttori, spesso giovani, segnaliamo l’ingegnere quarantaquattrenne Piero Matarazzo, residente nella contrada Noce del comune di Perdifumo, borgo ricco di palazzi nobiliari (in quello Giardulli si conserva proprio un frantoio, ottocentesco), oltre allo splendido Castello Vargas-Machucha.

Matarazzo, esattamente da un decennio, cioè da quando nel 2012 ha implementato l’azienda agricola di famiglia, è uno dei nomi che si stanno via via imponendo sulla scena nazionale e internazionale per l’ottimo olio extravergine. Già nel 2014 la sua azienda è stata segnalata nella guida agli extravergini di Slow Food Editore.

Poi una lunga serie di riconoscimenti. Il primo premio “Olio del Tuffatore” come miglior olio della regione Campania alla manifestazione “Evo Iooc International” nel 2018. Per 4 anni di seguito è stato premiato con le “Tre Foglie Verdi”, il massimo riconoscimento di Gambero Rosso. Fino all’affermazione alla diciassettesima edizione del “Sirena d’oro” di Sorrento nel 2019, su duecento oli iscritti alla prestigiosa manifestazione, Matarazzo ha portato il miglior Dop Cilento.

Negli ultimi tre anni, l’olio di Matarazzo è arrivato tra i tre migliori dop nel contesto “Evo Iooc International” 2022 e soprattutto ha vinto“L’Orciolo d’oro” con punteggio 99,98/100, uno dei massimi riconoscimenti del settore, un progetto Qualifyng Gourmet che cura e raccoglie le valutazioni di panel di assaggiatori professionisti internazionali e che riconosce e premia selettivamente i migliori oli e le migliori aziende di tutto il mondo. Nell’ultima edizione sono stati selezionati ben cinquecento oli, con oltre 20mila tra assaggi e prove per incoronare il vincitore. Insomma, il non plus ultra dell’olivicoltura mondiale.

“L’azienda è nata innanzitutto per tutelare il patrimonio olivicolo del Cilento, servire il consumatore con il suo olio extravergine di oliva di alta qualità e per formarlo attivamente sull’uso consapevole di questo prezioso succo – spiega Matarazzo. “La qualità assoluta, dalla pianta all’extravergine, e la continua innovazione in ogni fase produttiva sono i principali valori aziendali”.

Il giovane ingegnere, che provvede personalmente a curare i suoi uliveti, ha la tempra della sua terra. È serio, tenace, meticoloso, propositivo. È un assaggiatore professionista e la passione per la sua terra lo ha portato anche a frequentare il primo master post-laurea sulla Dieta mediterranea. Mettendo a frutto l’esperienza acquisita con gli oliveti di famiglia, dai cinque iniziali, ha raggiunto i diciotto ettari coltivati in maggioranza ad olivicoltura, insieme a sublimi piante di fico bianco.

Gli olivi sono oltre duemila, cultivar Frantoio e Ogliarola, interamente iscritte alla Dop Cilento, e razionalizzate in un impianto a sei metri di distanza per permettere alla luce del sole di favorire l’arieggiamento interno. Il tutto è trasformato in un eccellente olio evo Dop, frutto anche delle più innovative e sostenibili pratiche agronomiche.

L’olio Ramarà”

La bottiglia di olio evo vincitrice di molti concorsi si chiama “Ramarà”, parola cilentana che è una sorta di incitamento a dare il meglio di sé. È questo lo spirito che Piero Matarazzo vuole trasmettere con la sua etichetta: un invito alla produzione di qualità nel suo territorio.

La preparazione è un rito. Dopo la raccolta, le olive vengono lavorate entro le otto ore in un moderno impianto di molitura a ciclo continuo (Nicolangelo), riconosciuto “a freddo”, così come prevede il disciplinare dell’olio Dop Cilento. Quindi il prodotto viene stoccato in recipienti di acciaio a temperatura controllata e dopo le analisi chimico-fisiche e il responso positivo del panel test si procede all’imbottigliamento. L’olio ha una tracciabilità assoluta, prodotto esclusivamente con le olive dell’azienda a Perdifumo, pertanto disponibile in quantità “volutamente” limitate.

Scrive Piero Palanti nella “Guida Extravoglio”: “L’olio si presenta di colore giallo, di fruttato verde con sentori erbacei, di noce fresca, di piacevoli intensità. Al palato ritroviamo la noce fresca, in modo prevalente con sfumature speziate. Amaro e piccante medio inteso di piacevole persistenza”.

Luciano Pignataro, il noto giornalista gastronomo laureato in filosofia che dal 1986 lavora presso Il Mattino di Napoli, così descrive il prodotto: “È un blend al 90 per cento della cultivar Frantoio e saldo di Ogliarola. Colore giallo-verdolino limpido e lucente. All’olfatto si propongono generosi profumi di pomodoro, di mandorla amara, di carciofo, di cicoria selvatica, di mentuccia e di erba fresca. In bocca l’olio è molto fruttato, sapido, delicatamente amaro e piccante e dotato anche di morbidezza, eleganza ed armonia. Avvolgenti note di mallo di noce. Ottima l’acidità. Finale piccantino ed mandorlato. Un olio davvero straordinario, deciso, strutturato, equilibrato e persistente, da abbinare a piatti di legumi, verdure grigliate, pesce arrosto e su un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino”.

Azienda Agricola Piero Matarazzo, contrada Noce, Perdifumo (Salerno), cell. 339.6930173, [email protected], www.pieromaratarazzo.it.

La costa del Cilento

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