La deputata del Partito democratico Michela Di Biase, di origine molisana, moglie dell’ex ministro Franceschini, è finita nel mirino di Report. Secondo la nota trasmissione della Rai, avrebbe fondato una società su temi di interesse per la propria attività politica: la Obiettivo 5, società di consulenza per la certificazione della parità di genere, di cui deterrebbe il 25 per cento. Le manager della società affermano alla trasmissione, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, che «Michela ha avuto l’idea perché sapeva che sarebbe nata la certificazione di parità. Siamo stati sicuramente i primi a farla: la società nasce ad aprile, la legge è stata approvata a novembre». Nessun illecito, dunque, solo un eventuale conflitto d’interesse smentito dalla stessa deputata.
Michela Di Biase ha infatti affermato: «Né personalmente né a nome di Obiettivo 5 ho mai avuto interlocuzioni con politici finalizzate all’approvazione della certificazione di parità nel codice dei contratti. Inoltre non ero in Parlamento quando è stata approvata la legge».
Dagospia ricorda che la legge sul “bollino rosa” ha stanziato 50 milioni di euro.