Isernia al 2° posto in Italia per morti sul lavoro rispetto al numero globale degli occupati

Isernia al secondo posto in Italia per percentuale di morti sul lavoro rispetto al numero dei lavoratori globali. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering di Mestre (Venezia) riferiti al 2024 fino a settembre. Campobasso occupa invece la 90a posizione. Va tenuto presenza che ad Isernia, causa i numeri esigui, le percentuali sono estremamente flessibili.

“È come assistere quotidianamente, e talvolta anche più di una volta al giorno, alla stessa e purtroppo nota tragedia. Una crudele moviola non stop. È questo che mostra l’emergenza morti sul lavoro in Italia. I dati alla fine del terzo trimestre non lasciano molte speranze su una proiezione confortante per la fine del 2024. Perché da gennaio a settembre le vittime sul lavoro sono già 776: 15 decessi in più del 2023 (+2%)”. Così Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, anticipando gli ultimi dati elaborati dal proprio team di esperti. Ma come sempre pone l’accento sull’importanza delle incidenze di mortalità della popolazione lavorativa. “Invitiamo tutti coloro che si occupano di sicurezza sul lavoro a osservare l’incidenza infortunistica, cioè il numero di infortuni rispetto alla popolazione lavorativa, un indicatore che consente anche di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori”. 

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE. A finire in zona rossa a fine settembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia. In zona arancione: Calabria, Molise, Campania, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. In zona gialla: Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ. Anche nei primi nove mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 98,0), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 38,9). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (199 su un totale di 567). 

I LAVORATORI STRANIERI. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi nove mesi dell’anno sono 132 su un totale di 567, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 55,6 morti ogni milione di occupati, contro i 20,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. 

I NUMERI ASSOLUTI. Sono 776 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 567 in occasione di lavoro (26 in meno rispetto a settembre 2023) e 209 in itinere (41 in più rispetto a settembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (102). Seguono: Lazio (56), Emilia-Romagna (55), Campania (47), Sicilia (46), Veneto (36), Piemonte e Puglia (35), Toscana (30), Trentino-Alto Adige (19), Calabria e Sardegna (16), Umbria (14), Abruzzo e Liguria (13), Friuli-Venezia Giulia (11), Marche e Basilicata (8), Valle d’Aosta (4) e Molise (3).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO. Alla fine dei primi nove mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 106. Seguito dalle Attività Manifatturiere (71), da Trasporti e Magazzinaggio (66) e dal Commercio (39). 

LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine settembre 2024 sono 38, mentre 25 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, mentre sono 39 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il martedì risulta essere anche a fine settembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,9%). 

LE DENUNCE DI INFORTUNIO IN CRESCITA. Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,5% rispetto a settembre 2023. Le denunce erano 430.829 a fine settembre 2023, nel 2024 sono passate a 433.002. 

LE DENUNCE DI INFORTUNIO PER SETTORE. Anche a fine settembre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (52.944). Seguono: Costruzioni (27.403), Sanità (26.915), Trasporto e Magazzinaggio (25.285) e Commercio (24.470). 

LE DENUNCE PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ. Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a settembre 2024 sono state 152.435, quelle dei colleghi uomini 280.567. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 361.804 a fine settembre 2024: 118.692 le donne e 243.112 gli uomini. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 285.659, mentre degli stranieri sono 76.145.La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 97.111 denunce (il 22,4% del totale). 

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI? L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente. 

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE? La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

Per i dati regione per regione cliccare QUI.

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