Italia, destinazione turistica top per gli americani (ma il Molise non decolla)

L’Italia resta tra le mete turistiche più ricercate nel mondo. Una conferma viene dall’indagine effettuata dal quotidiano statunitense Washington Post tra numerosi operatori del settore. Ebbene, il nostro Paese viene collocato in cima alle destinazioni dai turisti statunitensi, confermando quanto accaduto nel 2022.

Insomma, dopo il boom dello scorso anno, l’Italia continua a viaggiare sull’onda.

Se in cima alle preferenze restano le mete classiche italiane, come la Costiera Amalfitana, il Lago di Como, la Toscana, la Puglia e la Sicilia, gli operatori del settore indicano anche nuove destinazioni in quanto sempre più viaggiatori cercano esperienze al di fuori delle mete tradizionalmente più battute. Un’esigenza che sta favorendo numerose aree e regioni italiane in passato meno toccate dai grandi flussi, come il Cilento, la Val Pusteria, la Costa degli Dei in Calabria. Trovano conferma il Gargano, le Cinque Terre e la riviera romagnola.

Purtroppo il Molise continua a soffrire di un isolamento che sembra cronico, nonostante le buone potenzialità come meta alternativa, anche se non manca qualche segnale positivo in provincia di Isernia.

Come noto, per quanto riguarda i primi otto mesi del 2022, cioè da gennaio ad agosto, l’Istat ha registrato un incremento delle presenze turistiche in Italia di ben il 74,7 per cento, rilevate sia negli esercizi alberghieri con un più 89,9 per cento sia negli extra-alberghieri con un più 54,6 per cento.

L’indagine evidenzia che per tornare ai livelli del 2019 mancherebbero circa 88mila presenze.

Tra i maggiori incrementi, insieme alle province di Brescia, Catanzaro, Como, Cremona, Lecco, Monza, Sassari e Verona, c’è anche la provincia di Isernia, benché l’esiguità dei numeri fa scattare una percentuale superiore ai 70 per cento che non si concretizza in un vero e proprio boom.

Benevento è invece in controtendenza, con un meno 0,3 per cento, ma peggio ha fatto Aosta con un calo del 13,7 per cento, poi L’Aquila con una diminuzione del 7,9 per cento, quindi Macerata che registra un meno 1,6 per cento. Male Campobasso, che cresce meno della media nazionale.

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