Le crescenti manifestazioni di piazza e le agitazioni negli atenei contro la guerra in medio Oriente e a favore del popolo palestinese evidenziano la crescente frattura tra un’area della sinistra antagonista – composta principalmente da studenti universitari – e il Pd. Nemmeno l’Alleanza Verdi Sinistra riesce pienamente ad intercettare questo multiforme movimento che viene dal basso ed è abbastanza trasversale rispetto alle tradizionali posizioni politiche.
Prova ne sono i cartelli raffiguranti alcuni politici di opposizione parlamentare, ad esempio Schlein e Bonelli, sporchi di sangue e con la dicitura «guerrafondaio» o «guerrafondaia» che sfilano nei cortei, promossi per lo più da organizzazioni che rivendicano l’appartenenza all’ideologia comunista, come Fronte comunista o il Fronte della gioventù comunista, particolarmente attive negli atenei.
Del resto in una nota queste organizzazioni, oltre a chiedere “lo stop al genocidio del popolo palestinese”, accusano la “finta opposizione del centro-sinistra” di “essere da sempre schierata con i sionisti”. Anche questi elementi confermano la frattura tra la stragrande maggioranza degli esponenti del Parlamento – il centrosinistra in effetti parla poco della guerra, preferendo il tema della sanità pubblica italiana – e larghi settori dell’opinione pubblica italiana schierati – seppur con sfumature diverse – dalla parte della resistenza del popolo palestinese, comunque contro l’invio di armi a destra e manca.
Michele Santoro sta ben rappresentando questo movimento che potrebbe indubbiamente crescere, se i conflitti dovessero imboccare strade ancora più pericolose. Il silenzio di certi esponenti politici, soprattutto a sinistra, è in effetti assordante.
Negli anni Settanta, che oggi più di qualcuno richiama per analogia dopo le reiterate scene di guerriglia urbana in molte città italiane, la frattura tra movimenti universitari e antagonisti da una parte e Partito comunista e sindacati dall’altra, fu cruenta e gli incidenti al comizio di Luciano Lama, segretario della Cgil, all’Università “La Sapienza” di Roma restano una pagina emblematica di quella stagione.
Oggi le guerre in Medio Oriente e in Ucraina, dagli esiti imprevedibili e preoccupanti, rischiano di accendere ulteriori tensioni sociali, specie dopo l’allargamento delle operazioni belliche in Libano e in Siria e la contemporanea autorizzazione statunitense al lancio dei missili da parte dell’Ucraina nel territorio russo. A ciò si somma il processo di aumento delle spese militari, protagonista diretto dell’aumento delle tensioni su scala internazionale. I richiami del Papa alla pace avvengono in un vuoto davvero preoccupante.
(foto comunicato stampa FC – 30.11.24 h. 15,28)