La mostra del sannita Luigi Mainolfi a Pistoia

Con “Alle Forche Caudine nel 1981 ha partecipato alla XL Biennale di Venezia. Luigi Mainolfi, sannita di Rotondi, 72 anni, fino al 12 aprile 2020 è a Pistoia presso la Galleria Vannucci con la mostra dal titolo “Al vento” a cura di Silvia Evangelisti e Stefania Gori.

La mostra è stata appositamente progettata per la galleria Vannucci e rappresenta un opportunità per comprendere pienamente l’incrocio indissolubile nel lavoro del maestro sannita tra il mondo antico, arcaico e la nostra contemporaneità.

Le opere in mostra stimolano una riflessione sul tempo prossimo e insieme remoto che è il tempo del mito, in special modo per il ciclo di lavori “Le armi di Ettore” dove indaga le strade del nostro inconscio collettivo col suo flusso di ricordi, di sentimenti, di apparizioni oscure, enigmatiche ma potenti e vitali.

Difficile non vedere in queste opere sapienti, essenziali e tristi, un cupo messaggio per noi, cittadini d’un mondo in conflitto perenne. La terracotta è il materiale scelto per questi lavori “ricoperta da un pattern regolare di piccoli segni geometrici che evocano mondi, case finestre, occhi. Una sorta si scrittura cuneiforme” che echeggia alla storia del mediterraneo e ci ricorda che la follia delle armi e il desiderio di vincere ancora attanaglia il genere umano. (dal testo critico di Stefania Gori)

Luigi Mainolfi, dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato attratto dal panorama artistico e culturale torinese che negli anni Settanta rappresentava il centro dell’avanguardia artistica italiana e nel 1973 si è trasferito nel capoluogo piemontese. I primi lavori, tra il 1972 ed il 1976, hanno indagato il corpo e il gesto.

Nelle prime esposizioni performances, ha presentato calchi del proprio corpo in gesso che ha lasciato consumare nell’acqua (Cavriago 1977) o ha fatto precipitare dall’alto al suolo (La performance, Galleria Civica d’Arte Moderna, Bologna 1977).

Questo è anche il periodo in cui si riappropria dell’aspetto teorico della scultura attraverso una serie di disegni accompagnati da scritti (MDLXIV1976).

Tra il 1979 e il 1980 ha completato “La Campana” (Galleria Tucci Russo, Torino 1981 e “La Sovrana Inattualità” (P.A.C., Milano 1982).

Nel decennio che segue si è imposto con le sue grandi terrecotte, opere contenenti paesaggi e soggetti di ispirazione fiabesca, come “Nascita di Orco” ed “Elefantessa” del 1980. Ha partecipato alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1981.

Con Alle forche Caudine nel 1981 ha partecipato alla XL Biennale di Venezia e a Documenta 7 Kassel, nel 1982. Con “Le Basi del cielo” 1981-82 ha partecipato alla XII Biennale de Paris nel 1982. Con il bronzo “Trionfo” (Elefantessa) alla Biennale di Venezia nel 1986.

Negli anni che seguono si è proposto con “Tufi”, 1981-85 (Ouverture, Rivoli 1984 e Tour Fromage, Aosta, 1987) e “Arcipelago” 1983-85, Castel Ivano, Trento 1987 e “Icons of Postmodernism” (Holly Solomon Gallery New York, 1986).

Nel 1987 ha vinto il Superior Prixe al 5th Henry Moore G.P. in Giappone con il bronzo “Città Gigante” 1986. Nel 1990 ha avuto una sala personale alla Biennale di Venezia con “Sole Nero”, 1988-89.

Negli anni succesivi personali e retrospettive: 1992 Galleria d’Arte Contemporanea, Rimini. 1994, Villa delle Rose, Galleria Civica d’Arte Moderna, Bologna e Galerie Hlavniho Mèsta Prahy, Praga. 1995, Hotel de Galiffet, Paris. 1995, Promotrice di Belle Arti , GAM Torino.1996-97 Museo Civico di Castelnuovo, Maschio Angioino e Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, Napoli.

Negli anni Novanta ha continuato la ricerca attraverso forme già presenti da tempo nel suo lavoro ma anche nuove come “Tamburo del Sole” 1995-97. “Gabbie” 1997. “Vestiti e Colonne di Maggio” 1999, che hanno proseguito la sua ricerca sul corpo, la pelle.

Nel 2001 l’artista è stato scelto come rappresentante dell’Italia per uno scambio tra il nostro Paese e il Giappone. Approdato al Museo d’Arte Contemporanea di Sapporo, ha realizzato per il parco “Mainolfi swims in the water of Hokkaydo” e “Colonne di Sapporo”.

Ancora grandi opere permanenti: nel 2002 “Ballerine in marmo” al Parco della Padula a Carrara; nel 2004 “Il sole del Buon vento” a Benevento, cuore del Sannio; nel 2005 “Sole Scarabocchio” a Brunico (Bolzano); nel 2006 “Città e Sole” a Rovereto (Trento).

Nel 2007 ha esposto “il Sole alluminio” al museo di Ravensburg, (Germania) e nello stesso anno ha vinto il Premio Michelangelo per la scultura.

Nel 2007-2008 ha realizzato “Silontes”; nel 2009 ha esposto a Parigi (Galerie Di Meo) “Spheres” 2000-2008. Nel 2010 ha illustrato l’Odissea di Omero per Einaudi editore e ha presentato “Arpie, sfere, dune ed altre” al Centro di Arti Plastiche, eventi paralleli XIV Biennale di Carrara. In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha realizzato a Palazzo Madama a Torino nel 2011 una grande installazione dal titolo “Torino che guarda il mare”.

Nel 2012 ha illustrato l’Iliade di Omero per Einaudi editore e realizzato “Per quelli che volano alla Fattoria di Celle”, Santomato di Pistoia ed alla Fondazione Maeght di Saint Paul de Vence in Francia.

Nel 2014 “Pelle della terra”, retrospettiva al Filatoio di Caraglio (Cuneo), l’anno successivo ha installato “Senza titolo” (Esploso), 1978 al Museo Madre di Napoli.

Nell’anno successivo ha realizzato “Terre Nove” tra le opere della personale al museo Casa Fiat de Cultura di Belo Horizonte in Brasile.

Nel 2018 la personale dal titolo “La nuit et la féte” alla Galerie Italienne di Parigi.

Nello stesso anno ha realizzato “Bestiario del firmamento” per la collezione di sipari d’artista del teatro Obi Hall di Firenze.

(si ringrazia Silvia Bacci)

Articoli correlati