La Niaf e il viaggio della speranza

Dagli armadi fuoriescono i vestiti delle grandi occasioni. In genere vanno sempre più stretti, causa i chili che s’accumulano con velocità pazzesche. Ci saranno anche “le scarpe buone”, quelle con “lo scrocchio”, come nel film “La banda degli onesti”, in genere acquistate a Roma. E un florilegio di cravatte e di colori sgargianti.

E’ tutto pronto per la mega-trasferta molisana a Washington in occasione della quarantaquattresima edizione del Galà del Niaf, l’associazione di italo-americani ormai anche di quarta generazione. Ma la lobby a stelle e strisce è lobby vera.

Il Molise, quest’anno, è nientepopodimeno che “Regione d’onore”. Ma tutto ha un costo: l’operazione “Molisani in America”, ma stavolta non da emigranti come tante “vittime” di questo territorio ma da privilegiati, costerà alle casse regionali ben 133mila euro. La delibera regionale che suggella la trasferta è la numero 90 del 25 marzo 2019. Augurio di primavera.

Più che onore, però, si tratta di un viaggio della speranza. Una regione sempre più povera e spopolata cerca anche occasioni di esaltazione. Al seguito dei papaveri, ad esempio, ci saranno i titolari di numerose piccole aziende che sperano in buoni affari. Ma le tante ditte individuali, che già fanno fatica a sbarcare a Roma e rappresentano pesci fuor d’acqua persino alla Bit di Milano, riusciranno davvero ad imporsi nel States? Gli imprenditori americani, ammaliati da Trump, stanno aspettando proprio loro?

Intanto per un governo regionale in debito d’ossigeno di tratta di un’agognata vetrina politica. I “trasferenti” in America, seppur nell’eccitazione di pochi giorni, ringraziano. L’incontro con i tanti oriundi molisani che hanno fatto fortuna lontano dalla propria terra d’origine è sempre occasione di buona retorica a fiumi. Ma che Robert De Niro, Don Delillo o Ariana Grande abbiano un po’ di sangue sannita non basta, specie in queste occasioni. Da cui, tra l’altro, i tre si tengono prudentemente alla larga.

Insomma, più retorica, ampollosità, eloquenza che affari, in genere, alle latitudini molisane. Staremo quindi a vedere se i risultati ipotizzati proprio nella delibera di Giunta saranno poi raggiunti o meno. Permetteteci, visti i precedenti, un po’ di pessimismo. In questo caso gli auspicati scambi economici, turistici, culturali e compagnia bella rimangono intenzioni a senso unico.

Restano le polemiche sul consistente finanziamento promosso dalla Regione Molise per l’evento Niaf. Quelle non mancano mai. E questa volta a ragione. In effetti, diciamo noi, i soldi sarebbe stato meglio investirli in qualche evento enogastronomico a duecento chilometri dalla regione, con risultati sicuramente più immediati e concreti. Ma il Molise è il Molise e l’emigrazione – che è esito di una sconfitta e non di una medaglia – è stata sempre occasione, per i vertici regionali, per compiere luculliane trasferte in giro per il mondo, dal Canada all’Argentina, dagli Usa al Brasile, per esportare le gaffes e le smargiasserie, il senso del ridicolo condito da qualche “grande abbuffata”. Il tutto, di solito, s’è risolto con qualche gadget, il premio di circostanza, lo spettacolino con le pacchianelle, i nomi dei paesi snocciolati per rinnovare emozioni. E tutto finisce lì. Anzi, tutto sta finendo lì per un Molise sempre più alla canna del gas, con ben altre trasferte (definitive) di ragazzi che vanno via da una terra che non offre più nemmeno un barlume di speranza.

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