“L’albero racconta” a Poggio Sannita (Isernia)

Si erano create attesa, curiosità e interesse, a Poggio Sannita (Isernia), intorno all’evento “L’albero racconta…” di Rita Amicone, realizzato con Lucietta Palomba e la collaborazione di Livia Mancini.

“L’idea – dice Rita – è nata dall’amore verso la natura; ho voluto fare qualcosa per la mia e per l’altrui sensibilizzazione, per rispettarla. Perché la natura è vita e non ha bisogno di noi, siamo noi che abbiamo bisogno di lei”.

L’attesa è stata ampiamente ripagata e suffragata da una presenza di pubblico che ha riempito l’ampio salone del Palazzo Ducale, dimostrando grande apprezzamento con applausi scroscianti e convinti.

Al centro della manifestazione quindi i temi pregnanti del nostro tempo: natura, ambiente, territorio, mutamenti climatici, riscaldamento globale, i cui diretti effetti si aggravano di giorno in giorno, come ad esempio la grave crisi idrica che assilla i nostri piccoli borghi per la scarsità di precipitazioni, salvo poi essere improvvisamente colpiti da violenti temporali che causano danni devastanti per il territorio e pericolosi la popolazione, come in questi giorni abbiamo purtroppo sperimentato.

La nostra “casa comune” ha subito danni notevoli, quasi irreparabili, il tempo è scaduto e se vogliamo avere una speranza di futuro dobbiamo sbrigarci e correre ai ripari. Riflettere e percepire l’importanza dell’ambiente, del territorio, del paesaggio, della campagna. L’interesse per tutto ciò che ci circonda, prendendocene cura con rispetto e amore.

Il messaggio di Rita Amicone, persona delicata e sensibile, tornata a vivere a Poggio subendone il fascino e l’irrefrenabile richiamo delle origini, ha colto nel segno, per la profondità dei temi ma anche per la sua originalità artistica. Un progetto (nel vero senso del termine) che ha preso forma sulla base di un disegno di Livia Mancini, brillante architetto sdoppiatasi per l’occasione nel ruolo di moderatrice, tenendo il filo conduttore della serata con una relazione argomentata e puntuale.

Il clou della serata si è avuto con il disvelamento dell’opera realizzata da Rita Amicone e Lucietta Palomba con una manifattura pregevole e certosina, una sorta di arazzo dalle dimensioni enormi di m. 2,5 x 2, che raffigura un albero e le sue radici. Il significato dell’albero disegnato – spiega Livia Mancini – e poi egregiamente decorato e rifinito con tanto lavoro da Rita e Lucietta, emerge direttamente attraverso le sue caratteristiche.

Le radici, profonde e tenaci, rendono l’albero solido e stabile. Richiamano i valori e le relazioni che consentono all’essere umano di ancorarsi a tutto ciò che rappresenta la propria origine. 

Il tronco, non troppo grande né esile, rappresenta il collegamento tra cielo e terra. Simbolo della resistenza e della forza, è dal tronco che si sviluppano i rami. Rispetto alle radici, rappresenta l’estensione del sé più solida e visibile.

La chioma, rami protesi verso il cielo e sinonimo di prosperità. E’ il prodotto della forza della vita che nasce, cresce, si evolve. Proprio come l’albero è il prodotto di una vita che lo ha generato, così i rami devono la loro esistenza all’albero stesso”.

E siccome… “per fare l’albero ci vuole un fiore”, le autrici si sono adoperate a cesellare il loro lavoro ultimandolo con il posizionamento di petali multicolori addobbando i rami spogli. Ne è scaturito un effetto visivo molto bello: “I fiori con i loro colori – afferma Rita – sono la metafora della quotidianità della vita attraversata da giornate colorate ed altre grige e buie” .

Sapientemente coinvolti nell’iniziativa gli autori locali che hanno dedicato ai temi dell’ambientalismo e del legame al paese le loro composizioni: Marcuccio Butiniello, con i suoi penetranti e taglienti sonetti in romanesco; Bambina Di Filippo, accorata, appassionata e velatamente malinconica; Luca Di Filippo, con i suoi versi struggenti inclini alla nostalgia, quando non ad un ragionato pessimismo; Lina Giaccio, con la sua scrittura garbata e riflessiva che sa strappare anche un sorriso; Tiberio La Rocca, pluripremiato “genius loci” della poesia, oggi assente, rappresentato da Giulio Ricci che ha letto, da par suo, la poesia prescelta; Guido Mancini, decano dei poeti locali, con i suoi componimenti arguti e vivaci, alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo lavoro; Paolo Porrone, che si è caratterizzato per i versi dialettali e in lingua, emozionanti e sentiti, più che declamati interpretati con ardore tutto ‘caccavonese’.

Presenti in sala le autorità locali il sindaco Orlando e il vicesindaco Amicone, che hanno portato i loro saluti. Al termine dell’incontro i saluti e i ringraziamenti agli intervenuti da parte di Lucietta Palomba, splendida rappresentante della ‘caccavonesità’ più verace e popolare, donna fattiva e laboriosa, che sa rimboccarsi le maniche ma anche ritagliarsi uno spazio per se, per le sue passioni e la sua creatività artistica. E’ seguito un momento conviviale con buffet assortito e curato dalle organizzatrici.

(Tonino A. Palomba)

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