Le proposte federaliste alla Conferenza sul futuro dell’Europa

1) Non può esserci vera democrazia europea senza un potere fiscale autonomo dell’UE.

Storicamente la creazione del potere fiscale ha coinciso con l’atto fondativo di una comunità politica, e ha richiesto un forte controllo democratico su chi lo esercita; per questo le società democratiche hanno sempre richiesto che il potere fiscale venisse esercitato dal parlamento. Oggi l’attribuzione del potere fiscale al Parlamento europeo (insieme al Consiglio dell’UE, in base alla procedura legislativa ordinaria) è una condizione indispensabile per la costruzione di un’Unione europea dotata di efficacia nell’azione politica e pienamente democratica.

Attualmente, il bilancio UE dipende dalla volontà dei singoli Stati membri. Per quanto riguardo le entrate, l’art. 311 TFUE stabilisce che il sistema delle risorse proprie sia deciso dal Consiglio all’unanimità e che in seguito la decisione sia approvata dai singoli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali. In tale procedura l’organo rappresentativo dei cittadini – il Parlamento europeo – viene solo consultato e ogni governo mantiene il diritto di veto sulla questione delle risorse trasferite e poi utilizzate dal bilancio UE.

Questo meccanismo di finanziamento deve essere riformato in modo che l’UE possa disporre della capacità autonoma di prelevare direttamente delle imposte europee sulle imprese e sui cittadini senza passare attraverso l’armonizzazione preventiva delle imposte nazionali e pertanto senza l’intervento dei bilanci nazionali.

2) Per una vera democrazia europea: abolire il diritto di veto e attribuire poteri diretti al Parlamento europeo nella fiscalità e nella politica estera

Il diritto di veto non è compatibile con la democrazia. La sostituzione del voto all’unanimità con quello a maggioranza qualificata è pertanto indispensabile per la piena democratizzazione dell’UE.

Negli attuali Trattati, in particolare, l’unanimità è sempre prevista in ambiti cruciali: quello della fiscalità (dove l’ammontare del bilancio dell’UE e la natura ed entità delle risorse che lo finanziano sono decisi dal Consiglio all’unanimità e tale decisione deve poi essere ratificata da tutti gli Stati membri; come pure l’unanimità è richiesta per l’approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale) e quello della politica estera e di difesa (nel quale ogni decisione è presa dal Consiglio o dal Consiglio europeo all’unanimità).In queste materie è tempo di riformare il sistema decisionale e superare così la regola dell’unanimità. Questo significa sostituire le attuali forme di coordinamento tra governi nazionali (che sono la vera causa dell’esistenza del diritto di veto) con un governo europeo pienamente democratico, responsabile nei confronti dei cittadini europei e da essi controllato.

Perché ciò avvenga, oltre alla riforma del sistema decisionale nel Consiglio e nel Consiglio europeo, è necessario che venga attribuito al Parlamento europeo un potere diretto in modo che possa svolgere la sua funzione di co-legislatore e in modo che l’UE possa legiferare mediante atti direttamente applicabili nel territorio degli Stati membri.

3) Per una sovranità europea. Le riforme necessarie.

Il dibattito in corso sul futuro dell’Europa fa spesso riferimento alla necessità di creare una sovranità europea in quei campi in cui le politiche nazionali non riescono più ad essere efficaci. Poiché la sovranità è in ultima istanza legata al potere di agire, è necessario affrontare il tema di come rendere efficace il governo europeo per poter attuare quelle politiche interne ed estere che gli Europei devono condurre in modo unitario per proteggere i propri valori e i propri interessi. A questo scopo è necessaria una riforma dei Trattati che permetta di superare l’attuale subordinazione del funzionamento dell’UE alla volontà politica unanime degli Stati membri.

In questa ottica la riforma prioritaria è l’attribuzione di un potere fiscale all’UE, la quale deve essere dotata della capacità di raccogliere direttamente risorse e di spenderle nell’interesse generale. In questo senso deve essere attribuito al Parlamento europeo, in codecisione con il Consiglio, il potere di imporre direttamente imposte europee sui cittadini e sulle imprese dell’Unione europea.Si tratta di una riforma che dovrà necessariamente accompagnarsi ad una revisione più ampia dei Trattati che affronti il rafforzamento delle competenze dell’UE e l’adeguamento in quelle materie dei meccanismi decisionali con la piena codecisione del Parlamento europeo e l’abolizione del voto all’unanimità nel Consiglio e dei veti nazionali.

(MFE)

Articoli correlati