Matrice (Cb) e l’omaggio a Primo Levi

Un piccolo paese alle porte di Campobasso, conosciuto soprattutto per la sua splendida Chiesa di Santa Maria della Strada, e per la farina Cofelice, rende omaggio a Primo Levi e consacra la sua vocazione culturale. “Evviva”! La giusta esclamazione. La serata è di quelle invernali, pronta a lasciar spazio alla gelata notturna. Le porte del centro polifunzionale del piccolo borgo appaiono socchiuse aspettando, si spera, che la Giornata della Memoria, connessa alla mostra su Primo Levi a cura dell’Anpi sezione Primo Levi di Guglionesi, del Parco Letterario e del Paesaggio “F.Jovine”, del Circolo Arci Jovine, abbia solleticato in più di qualcuno la voglia di partecipazione. L’incontro, programmato per la serata del 2 febbraio 2022, organizzato dalla Proloco di Matrice, apparentemente non ha catalizzato attenzioni.

I relatori, Lea Ferrara, consigliere comunale, Maurizio Varriano e Giorgio Gagliardi però, unitamente al presidente della Proloco, Mimmo Dato, appaiono fiduciosi. Tutto e pronto e come per magia, la sala inizia a popolarsi sino a riempire tutti i posti disponibili. Donne, uomini, ragazzi hanno omaggiato Primo Levi. Evviva! Questa la dimostrazione di come la cultura possa interessare al di là dell’età, ceto sociale, propensione scolastica, istruzione, religione. Appassionate le relazioni che hanno dato vita ad una serata emotivamente forte, partecipativa, apprezzabile e decisamente coinvolgente. “L’emozione non è un gioco”, recita una canzone nota ai più e essa, l’ha fatta da padrona.

Primo Levi con il suo “ Questo è un uomo”, ringrazia e da quel “Mondo migliore” in cui oggi vive, non può che godersi anche stasera l’emozione e la partecipazione di chi la guerra, la fame ad essa connessa, le barbarie, le angosce e le tribolazioni, non ha vissuto ma nel racconto di persone quali proprio Primo Levi, Liliana Segre e tanti altri, ne ha tratto il vero estratto di vita vissuta. Ogni mondo gira ottemperando al suo dovere si casa di genti di ogni estrazione etnica, questo mondo non può consentire di farsi fermare da orrendi saccheggi di libertà e di repressioni condizionanti la vita a favore della morte.

Essere o non essere non deve più considerarsi un dilemma e la risposta sta nel voler vivere nel ricordo e con esso la speranza e volontà di essere consapevolmente responsabili affinché tutto il male non si accanisca più e olocausti e lager, sia solo un mero ricordo e che non accada più poterne essere partecipi. Il treno che dal binario 21 della stazione di Milano serva per trasportare vasi di fiori e non carne da macello e che i lager siano segno di una ritrovata felicità poiché, prima o poi, tutti ne godremo. Essa è in ognuno di noi, è tra noi, è a noi vicina. Basta cercarla bene e dopo averla trovata la si trasferisca per farne arma di Pace. Matrice è un seme, presto germoglierà e sarà tra le comunità con la bandiera colorata di sinfonie senza paure, senza vilipendi, piena di sorrisi e di ritrovata felicità. Toccante la testimonianza di Giuseppe, un ragazzo israelita che vive a Matrice.

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