
Portava la sua famiglia al mare Luciano Carovillano domenica mattina 28 luglio 2024 per far godere alla moglie e ai figli un’intera giornata sulla spiaggia della costa molisana.
Il suo Suv Land Rover è stata investito da una Renault Espace e letteralmente catapultata sul guardrail all’altezza del bivio di Lucito (Campobasso).
Il giovane alla guida della Renault è ora indagato per omicidio stradale.
L’incidente ha creato feriti e ha posto fine all’esistenza terrena di un ragazzo bravissimo.
Quella mattina ho saputo la notizia mentre prendevo un caffè al bar e mi si è stretto il cuore per le ragioni che spiegherò.
È difficile che mi occupi di cronaca, ma questa volta ho deciso di farlo quasi fosse un mio dovere.
Ho aspettato alcuni giorni prima di scrivere su questa tragedia gravissima per rispettare il dolore delle famiglie coinvolte, ma soprattutto per assorbire la disperazione che vivo dopo incidenti stradali mortali.
La mia afflizione davanti a questo episodio deriva dal fatto che ha perso la vita un giovane che ho avuto come alunno diversi anni fa.
Solo lunedì sera ho trovato la forza per ricordarlo sul suo profilo Facebook con queste poche righe schematiche: “È difficile trovare parole dopo una tragedia come quella che ha cancellato la tua esistenza terrena, Luciano. Ti ricorderò come l’alunno buono, bravo, solidale, sereno, dolcissimo nelle relazioni con gli altri. Ti affido all’amore immenso di Dio e a quello di quanti sapranno essere vicini al ricordo della tua persona, ma soprattutto ai tuoi cari che oggi hanno necessità di superare questo momento difficilissimo“.
Anche a distanza di anni rimango legato un po’ a tutti gli allievi che ho avuto e mi informo sempre sul loro percorso esistenziale.
Luciano aveva trovato lavoro presso un’impresa edile di Torella del Sannio (Campobasso), il suo paese di origine dove ha sempre vissuto in una famiglia assai unita dall’amore.
La sua personalità era fatta di una grande cultura del lavoro e di un impegno fattivo e continuo nell’attività che esercitava.
Al centro della sua vita e dei suoi legami c’erano la moglie Antonella e i figli Danilo e Simone.
Mi aveva chiesto l’amicizia su Facebook da anni e attraverso la sua bacheca ho potuto verificare tutta la stima che i compaesani nutrivano nei suoi confronti per la sua onestà, la lealtà nei rapporti e l’affetto per tutti che traspariva da ogni suo gesto.
Sono felice che gli abitanti di Torella del Sannio manifestino in questi giorni il grande apprezzamento che hanno sempre avuto per lui e per tutta la sua famiglia.
C’è un secondo motivo che mi affligge davanti a episodi così gravi.
La vigilia di Natale del 1974 una Fiat 124 con a bordo due uomini ha investito l’auto su cui ero alla guida proprio sulla Strada statale Bifernina all’altezza di Ponte Giacco.
In quell’incidente morirono gli occupanti della vettura che aveva travolto la mia Fiat 127 e la mamma di mia moglie che viaggiava con me.
Sono l’unico sopravvissuto e ancora oggi non so neppure io come e perché.
Quell’incidente ha segnato profondamente la mia vita avendo rappresentato il primo impatto con la tragedia del dolore e della morte provocata dagli errori umani.
Non ho mai parlato di questo episodio.
Oggi a distanza di tanti anni lo faccio non solo per dare coraggio ai familiari di tutte le persone coinvolte in questo episodio così drammatico avvenuto domenica scorsa, ma soprattutto nella speranza che finalmente queste riflessioni rendano tutti noi consapevoli della necessità di acquisire molta responsabilità quando si è alla guida di un’auto.
Le strade che abbiamo in Molise non danno certo molta sicurezza soprattutto quando si viaggia su arterie di lunga percorrenza a due sole corsie dove è pressoché impossibile operare sorpassi.
Certo, dobbiamo come cittadini lottare per avere strade più sicure, ma abbiamo anche la necessità di prendere atto intanto che percorsi non sempre rettilinei e talora tortuosi impongono a noi automobilisti la grande responsabilità di guidare riposati, di non assumere alcool o sostanze stupefacenti, di rispettare i limiti di velocità e tutta la segnaletica di divieto e di intraprendere ogni viaggio iniziandolo con una previsione adeguata degli orari di percorrenza e dunque senza alcuna fretta partendo magari all’ultimo momento utile.
Chi percorre in Molise soprattutto le strade statali Trignina e Bifernina sa che la mancanza di accortezza e di razionalità alla guida ha determinato tantissimi morti.
L’eccessiva velocità e i sorpassi azzardati ne sono la causa principale.
Chiedo allora, come d’altra parte stanno facendo già tanti, che siano aumentati i controlli come i dissuasori di velocità e che sulle strade a due sole corsie in galleria, lungo le strisce continue e soprattutto doppie vengano posti sistemi tecnici sonori o luminosi nonché dissuasori rialzati a intervalli di cambio corsia che ostacolino i sorpassi.
Se non vogliamo altre tragedie, abbiamo solo due possibilità: guidare con prudenza e soprattutto essere nel pieno possesso delle nostre capacità.
Gli incidenti stradali molto spesso segnano psicologicamente in modo pesante la vita di intere famiglie come in questi giorni è accaduto a quella di Luciano Carovillano.
Chi per fortuna non ha mai vissuto tali tragedie non sa cosa sia l’assenza di chi ci lascia, la disperazione, la solitudine e i contenziosi con le società assicuratrici.
Davvero apprezzabile allora che nel giorno delle sue esequie sia stato proclamato il lutto cittadino a Torella del Sannio.
È un provvedimento lodevole, ma si deve andare oltre stando vicini alle famiglie coinvolte da questo tragico incidente con l’affetto, ma soprattutto con ogni forma di supporto a partire da quello psicologico perché il dolore non generi costernazione.
Con l’affetto, il sostegno umano e la preghiera, almeno per chi crede, cerchiamo di essere vicini a chi dopo questi episodi tragici vede tutto buio davanti a sé.
La solidarietà e la condivisione dei problemi da affrontare possono dare un grande aiuto in questa direzione.
Ci sono elementi negativi della nostra esistenza di cui non riusciamo a capire le origini, ma c’è nella vita di tutti i giorni del male che generiamo con la nostra irresponsabilità e su questo almeno dobbiamo operare con piena razionalità perché non accada.
Ciò avverrà solo se smetteremo di accettare una società che a volte appare non solo priva di deterrenza a nuocere ad altri ma proprio senza regole razionali di comportamento.
(Umberto Berardo)