Molise, la nomina con il “teletrasporto” finisce sul Fatto Quotidiano

Il Molise su un quotidiano nazionale e non certo per promuovere le sue bellezze. Una storia per certi versi paradossale quella della delibera dove c’è scritto che “nella sede dell’Ente” a Campobasso, il 31 ottobre scorso, c’erano il governatore della Regione Molise Donato Toma, il vicepresidente e tre assessori tra cui Nicola Cavaliere. Delibera delicata, l’urgente nomina del commissario straordinario dell’Azienda sanitaria regionale. Il 30 scadeva il termine di 60 giorni. “Toma e Cavaliere a Campobasso non c’erano, erano partiti proprio il 30 per Washington in vista del Niaf 2019… un viaggio già contestato delle opposizioni per la spesa di 133 mila euro e il discutibile criterio di invitare le prime 20 imprese che hanno fatto domanda – scrive Il Fatto Quotidiano. “Da lì, ma ‘nella sede dell’Ente’, hanno nominato la dirigente Maria Virginia Scafarto – continua il quotidiano, che poi dà il merito alla testata Primonumero di aver tirato fuori la storia

Governatore e assessore, scrive la testata di Termoli, “indossano e imbracciano rispettivamente il mantello da Superman e il tridente di Aquaman e, l’uno in volo e l’altro a nuoto, attraversano l’immensità che separa i due continenti”.

“È tutto regolare – assicura Toma – abbiamo fatto la videoconferenza, erano circa le 11:30, io e l’assessore Cavaliere nella mia stanza d’albergo a Washington, ci siamo collegati per una mezzoretta, io con l’iPad e la segretaria della giunta in sede con l’iPhone, abbiamo usato Facetime”.

Ma davvero? Si può fare? E in delibera non ce n’è traccia?

“Sì – risponde Toma – perché è citato l’articolo 3 del regolamento”, la norma sulle riunioni di giunta che al comma 6 prevede per i “componenti”, senza menzionare il presidente, il “collegamento in videoconferenza o in audioconferenza previo accertamento della loro identità da parte del Segretario (…). La presenza tramite collegamento in videoconferenza o in audioconferenza è attestata nel Foglio ricogni tivo ”.

Presidente, ce lo dà il Foglio ricognitivo?

“No, ce l’ha la segretaria”. Lei non ci risponde. “Comunque non glielo può dare, lo può avere un consigliere se fa l’accesso agli atti”. Uno screenshot della videochiamata? “No”. Ci dobbiamo fidare. Erano tutti “nella sede dell’Ente”.

Ogni commento appare superfluo.

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