Molise, un declino amaramente costante

Nonostante i tanti (e spesso improvvisati) sforzi compiuti per la promozione del Molise, questa regione rimane ai più un’illustre sconosciuta.

Qualcuno, con mentalità non proprio progressista, sostiene che l’isolamento sia in fondo benefico per preservare il territorio da certe brutture contemporanee e dai danni apportati dal turismo di massa. In certe preoccupazioni traspare indubbiamente un po’ di amore per il territorio e un minimo di verità. Tuttavia, pur non essendo cultori delle invasioni in “stile veneziano”, ci rendiamo conto che ad un Molise senza economia turistica non è garantito un futuro, o meglio continua ad essere assicurato unicamente ai tanti pensionati e ai beneficiari di posti di lavoro “fissi”, quelli intelligentemente celebrati in celluloide da Checco Zalone. Ai giovani più intraprendenti non resta che fare le valigie.

Per garantire al Molise un turismo di qualità, quello sensibile al patrimonio ambientale e culturale, sarebbe sufficiente concentrare la promozione verso le “unicità” che il territorio può assicurare su questo fronte. E produrre una valorizzazione seria, originale, moderna, efficace. Invece, purtroppo, tante occasioni vanno perse.

Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo evidenziato i tanti punti deboli degli Infopoint collocati nelle stazioni ferroviarie di Milano, Roma e Napoli. Progetto meritorio, ma sfruttato male. Che senso ha metterci ragazze pugliesi (probabilmente selezionate da un’agenzia esterna), le quali ignorano completamente il territorio molisano, le sue tipicità, le sue eccellenze? È davvero proficuo, nel terzo millennio, distribuire unicamente delle piantine cartacee, senza prevedere un’interattività ad esempio nelle prenotazioni online? Ancora: perché non coinvolgere i tanti molisani che vivono a Milano, Roma e Napoli, volano per possibile ulteriore promozione correlata? E perché non fare un’animazione collegata, ad esempio facendo esibire gruppi musicali molisani a ridosso dello stand o offrendo prodotti enogastronomici del territorio? Ancora, e si potrebbe continuare all’infinito, perché prevedere queste promozioni a novembre, alla vigilia delle nevicate e del clima rigido in Molise, e non in primavera, andando incontro alle prenotazioni per la bella stagione?

Ecco, da anni si ripete la stessa litania. Tante iniziative potenzialmente interessanti finiscono negativamente per superficialità, incompetenza, approssimazione. Fiumi di investimenti economici non danno ritorno proprio perché indirizzati e gestiti male. I risultati sono tutti nei numeri demografici: il Molise continua a spopolarsi, seimila persone in meno in un anno. Manca un’inversione di tendenza. Latita ogni piccolo segnale in tal senso. E un paese che si svuota è il classico cane che si morde la coda: meno servizi, meno operatori, negozi che chiudono definitivamente le serrande, gente che scappa, campi abbandonati, tradizioni che spariscono, centinaia di case in vendita. Economia e cultura vanno di pari passo.

Il dramma vero è che se, per logica, tutto dovrebbe avere un’evoluzione, in Molise da decenni si assiste ad un’inesorabile ed incontrovertibile involuzione. Un declino amaramente costante.

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