Mostra a Forte dei Marmi: c’è anche la Fonderia Marinelli di Agnone

RE-NAISSANCE,RINASCIMENTO, è questo il titolo della prossima Mostra al Fortino Leopoldo I di Forte dei Marmi (LU), promossa dall’assessorato alla Cultura della Città e dalla Villa Bertelli, curata e prodotta da Armando Fusco e Bianca Russo per Aubry Productions, in collaborazione con il Centro Espositivo Leo-Lev di Vinci (Firenze), la DurerArts Gallery di (FI), l’assciazione A.L.E.R.AMO – Museo Civico di Moncalvo (Asti), e le Pontificie Fonderie Marinelli di Agnone (Isernia).

L’evento espositivo si articola attraverso un singolare percorso fra opere pittoriche del ‘500, arte contemporanea e icone sacre.

Cosa c ‘è di più evocativo della parola Rinascimento, di quella civiltà culturale ed artistica, che ebbe come uno dei principali centri della Toscana, con il suo capoluogo Firenze? Cosa c’è di più forte, in un momento così drammatico -in cui il virus globale ci rinchiude fra quattro mura – pensare a uno sbocco di un nuovo Umanesimo, con i suoi valori, con le sue visioni antropocentriche, che avevano minato la cultura del periodo medievale?

Forse anche oggi le nostre convinzioni vacillano, le nostre membra stanche sembrano cedere sotto il peso di un semplice acronimo, Covid 19. E invece, l’arte, la creatività, ci vengono in aiuto: ancora una volta accendono un barlume di speranza, come dopo la Peste Nera del XIV secolo, fecero artisti come Giotto, Masaccio e altri, configurando un nuovo orizzonte dove si intravedeva quel gotico internazionale che alla paura della morte contrappone un amore per la vita.

Così oggi, questa mostra, che si dipana attraverso un percorso espositivo fra opere pittoriche del ‘500, arte contemporanea e icone sacre, ci aiuta a sperare in una rinascita, che non è solo simbolica, ma oggettiva. Qui e ora.

Oggettiva come la Bellezza, quella che apre il cuore, che “non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori”. Come scriveva Alda Merini.

L’esposizione, nei locali del Fortino Leopoldo I di Forte dei Marmi, è dedicata a due grandi momenti della storia della Cristianità: la Pasqua e il Natale, che hanno in sé questo seme di bellezza, ovvero la Pasqua che esige il Natale per essere completa, mettendo simbolicamente insieme gli elementi chiave della nascita e della rinascita, in un percorso mnemonico che aiuta il visitatore a ricordare il senso del suo agire. Senso che viene ben sottolineato allegoricamente dalle opere in dialogo fra loro.

A scandire il percorso espositivo, una vera novità: le campane della storica Pontificia Fonderia Marinelli: esse ritmano il passare del tempo e avvolgono da sempre la vita delle comunità, aiutandole nella loro identità e fornendo loro un vero linguaggio di comunicazione a distanza. Campane come strumenti capaci di essere interpretati da tutti, che parlano una lingua universale, per narrare gioie e dolori, scandendone l’esistenza e chiamandole a raccolta a ricordare loro che: “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è una parte del tutto. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”. Il celebre scritto di Jhonne Donne offre spunti di riflessione, in questo devastante momento pandemico, sul senso della vita, sulla morte, che di essa è parte e che solo l’amore può esorcizzare; sulla responsabilità che ognuno di noi ha nel costruire il suo futuro e quello dell’umanità.

La mostra mette a fuoco appunto il paschale sacramentum, celebrazione su cui fa perno tutto l’anno liturgico: l’icona sacra della natività mostra Gesù bambino fasciato in un presepe che ha tutte le caratteristiche di un sepolcro e di un altare, a presagio di un destino, di una volontà salvifica in cui Maria sa già che la nascita del Verbo avviene in vista della sua morte. Il Logos, che di per sé non poteva morire, assume un corpo che poteva morire, per sacrificarlo come corpo proprio per tutti. La vera nascita di Cristo avviene al momento dell’uscita dal sepolcro. Il dies natalis è il dies paschae: “il giorno natalizio” del Signore è il giorno di Pasqua. Guardie alla tomba, come i pastori fanno la guardia alla nascita. Un Angelo annuncia la nascita, un Angelo annuncia la resurrezione.

Se non ricordiamo non possiamo comprendere, scriveva Edward Morgan Forster.
E infatti questa mostra ci ricorda come il Natale raggiungerà il suo culmine sulla croce e porterà i suoi frutti a partire dal mattino della Resurrezione, che, in quanto culmine dell’incarnazione storica, conferma e attua il mistero della nascita del Verbo divino. La Chiesa nella liturgia – precisa Giovanni Paolo II – celebra “il Natale guardando alla Pasqua, così come celebrando la Pasqua è memore del Natale”. Anzi, stando al rito bizantino, “Natale è Pasqua”. Le opere esposte in mostra vogliono esprimere questo pensiero: che l’arte – come dice Cyril Connolly – è memoria: e la memoria è desiderio riattivato.
Nel Fortino si è “guidati” da un Angelo, anzi dagli angeli presenti. La replica eseguita dall’Opificio delle Pietre Dure della scultura dell’Angelo Annunciante di San Gennaro, attribuito da Carlo Pedretti a Leonardo da Vinci, è in dialogo con le opere Angeli & Nodi di Oreste Ruggiero. Le preziose opere cinquecentesche di Jacopo Bassano, Vittore Carpaccio, Denijs Calvaert, Dosso Dossi, Giovanni de Vecchi, Carlo Portelli, Domenico Puligo, dialogano con gli artisti contemporanei: Adele Barbato, Maria Franca Bartesaghi, Gianni Colonna, Marcello Di Pierro, Antonio Vito Faraone, Ettore Marinelli, Paola Patriarca, Domenico Sorrentino.

A cura di

Armando Fusco

Bianca Russo

RE-NAISSANCE
dal 5 maggio al 20 giugno 2021 Fortino Leopoldo I
Piazza Garibaldi, 1
Forte dei Marmi (Lucca)

Apertura: tutti i giorni dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00.

Ingresso gratuito

Maggiori informazioni presso l’Ufficio Informazioni Turistiche.

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