“La lotta alle mafie è ormai una battaglia transnazionale, per questo ogni Stato membro dell’Unione europea e della Comunità Internazionale deve fare la propria parte.” È questo il messaggio lanciato da Vincenzo Musacchio, giurista e presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise, lanciato venerdì 15 novembre in videoconferenza, agli studenti dell’Università Statale di San Paolo del Brasile (U.N.E.S.P.).
Con la sua testimonianza, da studioso e conoscitore delle mafie e da sempre molto attento ai fenomeni mafiosi anche in ambito internazionale, ha risposto alle domande degli studenti.
All’evento hanno partecipato anche la giornalista investigativa Ingacia Fonseca, che si è occupata dei rapporti tra mafia e corruzione in Brasile e il dott. Cauês Varjão, docente di criminologia nell’Ateneo brasiliano e organizzatore dell’incontro.
Musacchio è partito dal metodo di studio per conoscere e lottare i fenomeni mafiosi. “La criminalità organizzata, per combatterla bisogna prima di tutto conoscerla. Ho imparato a conoscerla innanzitutto analizzando l’organizzazione, le regole e le modalità operative delle mafie che sono sempre diverse secondo i vari gruppi criminali che si studiano (ndrangheta, camorra, mafia siciliana, così come quelle straniere, albanese, cinese, russa)”.
“Noi ci occupiamo del fenomeno criminale, lo studiamo e lo contrastiamo con le parole e con la cultura della conoscenza. In Italia in passato la mafia la si combatteva con strumenti inadeguati, oggi, fortunatamente, abbiamo gli strumenti legislativi e giudiziari per combattere tale fenomeno, purtroppo, non li applichiamo o non li facciamo progredire di pari passo con le evoluzioni delle mafie”.
“Oggi, nonostante i sequestri e gli arresti, non bisogna abbassare la guardia: la mafia da noi in Italia è ancora molto forte e ben radicata”.
“Siamo convinti che le mafie e la cultura mafiosa si combattano soltanto lavorando in sinergia con le istituzioni, le forze dell’ordine e la magistratura in ambito europeo e internazionale”.
“Soltanto facendo squadra si potrà riuscire a sconfiggere il cancro mafioso che ormai pervade ogni parte del mondo”.
Musacchio, rispondendo ad alcune domande degli studenti, ha ripercorso la sua storia, dalla conoscenza e frequentazione del giudice Antonino Caponnetto fino alla recente nascita dell’Osservatorio Antimafia del Molise. Oltre venticinque anni di diffusione della cultura della legalità portata in ogni parte del Paese e in tantissime scuole di ogni ordine e grado.
“Nessuno di noi è un paladino della legalità o fa qualcosa di speciale. Per quanto mi riguarda, porto avanti una promessa che feci proprio ad Antonino Caponnetto: rendere edotti i giovani per evitare che qualcuno possa decidere al posto loro”. Le mafie si sconfiggono anche con la conoscenza, e noi abbiamo il dovere di far conoscere i fatti e non far perdere la memoria. Voi giovani avete il diritto di essere informati – ha detto con forza Musacchio agli studenti brasiliani – e noi abbiamo il dovere di raccontare. Ho pagato e pago un caro prezzo, in prima persona e con i miei familiari, il mio impegno ma non lascerò mai che qualcuno possa decidere al mio posto o al posto dei miei figli. Se voi non vi occuperete delle mafie, in qualunque parte del globo voi siate, loro si occuperanno di voi. Nessuno vi regalerà mai niente perciò non fatevi rubare il futuro, reagite e fatelo con forza e con coraggio”.
Vincenzo Musacchio per la sua attività di lotta contro le mafie, quest’anno è stato premiato con la menzione speciale al Premio nazionale “don Giuseppe Diana” proprio dai familiari del sacerdote assassinato dalla camorra dei Casalesi. L’incontro si è chiuso auspicando presto la presenza del prof. Musacchio in Brasile.