Nasce il consorzio di rete “Cibi molisani”

Si fa un gran parlare di bellezze architettoniche, di borghi mozzafiato, di musei. Il Molise non è da meno di altre regioni, anche se è difficile competere, per tali eccellenze, con le Marche, il Lazio, la Toscana, la Liguria, soltanto per fare qualche esempio. La biodiversità, però, con l’unicità di alcuni prodotti della terra, può rappresentare un elemento di distinzione.

Al Molise è assegnata una percentuale di biodiversità elevata. L’agricoltura, e le sue peculiari prelibatezze, unite all’innovazione produttiva, hanno dato vita ad un’idea culturale, commerciale e aggregativa.

Ora, proprio da tali premesse, grazie all’unione di produttori, artigiani della cucina, professionisti nelle arti culturali e divulgative, nasce l’idea di un consorzio plurimo dal nome evocativo: Cibi molisani. Un consorzio associativo di rete che dà risalto alla vera specificità di una terra, il Molise, che stupisce per colori del paesaggio e fonde la tradizione all’arte contadina, sino a dar vita a prodotti di assoluta eccellenza a coltivazione tradizionale ed a coltivazione idroponica. L’idroponica – coltivazione in acqua, senza utilizzo di suolo – è sicuramente la tecnica indice di sostenibilità, garanzia del prodotto, innovazione tecnologica applicata in agricoltura, possibilità di prodotto fresco e certificato tutto l’anno. Una tecnica poco usata al Sud Italia che però, grazie a due pionieri molisani, Pasqualino Fierro e Pasquale Felice, ha reso il Molise fucina di sperimentazione e posto esso, all’attenzione di media nazionali e di aziende di commercializzazione, grandi chef, di cui molti stellati, operatori del settore.

L’agricoltura idroponica : l’antica arte riscoperta della coltivazione fuori suolo, ovvero senza terra e grazie all’acqua, nella quale vengono sciolte sostanze nutritive adatte per far crescere le piante in acqua, trova la sua etimologia da ricercarsi nella lingua greca antica :” hidro “ ovvero acqua e “ponos” che significa lavoro; in sostanza la parola idroponica identifica proprio il lavoro e l’azione potente dell’acqua impiegata per lo sviluppo, nel caso di specie, di ortaggi e frutti. Tale coltivazione esiste sin dal tempo degli Assiri Babilonesi.

Riscoperto nel 1930 dal Dr. Gericke, è stato rielaborato in chiave moderna diffondendosi nel mondo come tecnica innovativa, sostenibile. Il monitoraggio e la maestria del “ contadino “ è d’obbligo, il vantaggio apprezzabile. Il controllo della risorsa acqua, grazie al riciclo, il minor rischio di agenti esterni quali parassiti, la possibilità di coltivare ovunque, sicuramente rende aiuto all’ambiente anche in virtù dei bassissimi livelli di inquinamento e la riduzione di aree coltivabili. Nulla di più sano che gratifica, senza dubbio, il sapore dei prodotti e la loro durata di conservazione. Già in produzione svariate tipologie di ortaggi, fragole e allo studio la patata viola idroponica, il consorzio vede condividere la produzione di farine, pasta fresca ed essiccata, biscotti, legumi, olio, vino Tintilia, con spazio all’accoglienza ed alla cucina d’autore.

I consorziati sono Dionisio Cofelice con il suo mulino a pietra, Cantine Remo di Ferrazzano, l’agriturismo Casale Rosa di Vinchiaturo, Tenute Fierro di Pasqualino Fierro, Filindo Russo della trattoria Borgo Antico di Civita Superiore, Casalerosaroom. La segreteria è stata affidata al cantautore, esperto in sicurezza sul lavoro nonché docente, Lino Rufo, la direzione del Consorzio a Maurizio Varriano.

Le aspettative sono tante come tante le richiesta di attività disposte a far parte della compagine dal marchio registrato. Il primo passo, dopo la costituzione, è stato l’adesione al distretto di economia civile ed il partenariato con il Consorzio pugliese “Gargano slow “, consorzio consolidato e costituito da oltre cento consorziati operanti nel campo enogastronomico, dell’accoglienza, del turismo. La promozione dei caratteri identitari del territorio, le sue qualità e le sue risorse culturali, turistiche, artistiche, ambientali e produttive, la solidarietà umana, la sostenibilità ambientale e sociale dell’economia, da oggi hanno un nome di cui andar fieri : “Cibi molisani”, andiamone fieri.

Francesco Jovine ci conforta e tuttora ci consente di sperare ancora. I suoi scritti ci permettono di condividere le difficoltà ma mai pensare che morire sia meglio di vivere – “ La varietà del paesaggio molisano è singolare; è terra senza riposo che talvolta, massime nella parte più alta, nel circondario di Isernia, ha qualcosa di convulso: una specie di tormento geologico raggelato in tempo immemorabile. Il contadino molisano è ordinariamente taciturno; non dice che l’indispensabile; abitante di una terra difficile, aspra, scoscesa, rotta, a pendii rocciosi, a sassaie aride, ha nelle vene l’asprezza della lotta per vivere.”-

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