Il Nunzio Apostolico Leo Boccardi sarà a Guardialfiera (Cb) il 2 giugno
Estate inesauribile quella del 1980. Ai primi di settembre si passeggia in Piazza S. Antonio a Termoli in magliette ancor più sottili. Sono lì, con un grappolo di cari amici in un pomeriggio tenero e luminoso. Respiro il profumo del mare prima di partecipare in Seminario al gruppo di lavoro guidato da don Leo Boccardi, giovane festoso di S. Martino in Pensilis, ordinato sacerdote l’anno prima da Giovanni Paolo II nella Basilica di S. Pietro. Si sta celebrando il primo Convegno Diocesano su “Comunione e partecipazione”, ideato dallo straordinario genio organizzativo di mons. Ruppi, solo da qualche mese Vescovo di Termoli.
Entro ed ascolto. M’accorgo d’essere risarcito dalla lunga tiritera ammannita nell’Assemblea mattutina, da un noto sapiente, nel Cinema S. Antonio. Il conversare di don Leo, crogiola, invece, si arriccia si abbellisce di sfumature ed attrazioni. “Fede e verità” pare sia stato il tema di quel lontano nostro dialogare in gruppo. Vado da lui a rallegrarmi. E si instaura là per là un legame spirituale, culturale, amicale, integrato anche dalla complice vivacità di don Giulio, il quale mi svela il proposito di Don Leo di entrare nel Servizio diplomatico della Santa Sede. Frequenterà, già dall’autunno, la Pontificia Accademia Ecclesiastica. Ed è da allora che ci vogliamo bene, ci sentiamo, c’incontriamo e intrecciamo un simpatico rapporto epistolare.
Il 9 aprile 1993 – era il Venerdì Santo – Antonio Sassano ex ergastolano, massacra a coltellate Carmine Troilo, Primo Cittadino di San Martino, amico di don Leo e amico mio, con il quale avevo cenato appena il sabato precedente. “Nell’oscurità della sera e della mente umana, veniva versato qui il sangue innocente di un Sindaco”. Viene eternato, così, nel marmo Carmine Troilo, sulla facciate del Comune, “perché, alle generazioni dei secoli, se ne faccia vivificante memoria”. Don Leo s’inchina con rispetto e commozione davanti alla tragedia ed al tormento umanissimo della sua città. Non è a S. Martino per le esequie officiate il lunedì di Pasqua. Ma è venuto per il trigesimo. E, all’omelìa, ho avvertito anch’io uno schianto al petto dal suo sussurrare, poggiato lievemente, più o meno così, alla folla traboccante in chiesa: “Carmine era quello del tempo migliore della mia vita, e adesso che è sfuggito per sempre, solo adesso lo so!”.
Per la sua arte illuminata, don Leo viene già nominato osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio delle Nazioni Unite con Sede a Vienna e nelle Istituzioni specializzate per lo sviluppo industriale. Nella Capitale austriaca è anche delegato per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Il 26 aprile1998, mons. Juan Gerardi Conedera, Vescovo titolare di Guardialfiera è trucidato in Guatemala dagli squadroni della morte. Il nostro paese e sbigottito. Don Leo concorda ed ottiene dalla Curia guatemalteca, reliquie preziose appartenenti al presule, ora esposte nella Sala Convegni a lui dedicata. S’avverte frattanto un movimento carsico, sempre più rumoroso, circa la imminente elevazione arciepiscopale di don Leo. E siccome in quel periodo la “titolarità” di Guardialfiera risultava temporaneamente vacante, bisbigliamo a lui – con don Giulio, don Mario e don Nicolino – il nostro pregare ed il nostro mulinare, teso ad ipotecargli la “dignità”. Sennonché il 24 aprile 2001, la carica è assegnata a mons. Gaetano di Pierro, italiano di Orta Nova, il quale a maggio del 2006, lascia il titolo per sopraggiunta “residenzialità” in Madagascar. Si attarda e si spera. Don Leo ci conta. Ma a soli 13 giorni, (il 26 maggio) la titolarità della nostra Cattedrale è conferita a mons. Pablo Virgilio David, filippino. E don Leo, con gioiosa nostra sofferenza, sarà eletto Arcivescovo di Bitetto il 16 gennaio 2007. Verrà consacrato a San Giovanni Rotondo dal Cardinale Bertone, nella smisurata Basilica di S. Pio, il 18 marzo successivo, domenica laetare. Benedetto XVI lo ha già nominato Nunzio Apostolico in Eritrea.
Uomo dell’incontro, sapiente diplomatico capace di annodare molteplici e complesse dimensioni, Sua Ecc. mons. Leo Boccardi, l’11 luglio 2013, è scelto da Papa Francesco, “Nunzio Apostolico in Iran”, quella nazione, adesso, sotto le sanzioni dell’Unione Europea. E – in un mondo multipolare – diventa argine fondamentale nella protezione della comunità cristiane in Medio Oriente. E lo consolida subito, anche con la traduzione in persiano del Catechismo della Chiesa Cattolica e l’instaurazione d’un dialogo interreligioso e sereno fra il mondo islamico e quello cristiano. Invitato da don Antonio Antenucci, parroco di questa comunità, S.E. Leo Boccardi, verrà nella nostra Cattedrale sabato 2 giugno, a presiedere l’Eucarestia nel giorno in cui , la prima “Porta Santa” della Storia, è aperta al lucro delle Indulgenze plenarie sine tempore. “Vengo volentieri nella Diocesi Guardiensis – egli scrive – come in un pellegrinaggio a piedi, per varcare la Juanua coeli” pensata e donata da Papa Leone. Viene a portare il segno grande della universalità della Chiesa, viene a dirci e a darci il possibile dell’amore e del perdono, così essenziale nel nostro mondo incerto e fragile.
(Vincenzo Di Sabato)
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