La politica? Sempre più ignorata dai molisani
Molti sono i molisani che, come ci dicono i dati demoscopici, non s’interessano di politica. In primis, per colpa della classe politica dominante; in secundis, perché la ritengono lontana dai loro problemi; infine, perché vedono nella stessa corruzione, clientelismo e assenza di meritocrazia.
Questo disinteresse produce l’astensione dal voto. In Molise – ma anche nel resto del Paese – l’allontanamento dalla politica è particolarmente diffuso tra i giovani, specialmente tra quelli di età compresa tra i diciotto e i ventiquattro anni. I più giovani, negli incontri che ho con loro nelle scuole, spesso mi confermano che è inutile votare perché “i politici sono tutti uguali”, che pensano a loro stessi e alle loro famiglie e non al bene comune e alla collettività che dovrebbero rappresentare.
Effettivamente in base alla mia esperienza del passato, è difficile dare loro torto. A chi si dichiara deluso dalla politica, tuttavia, mi sento di dire che non si può considerare giustificata né l’astensione dal voto (tranne che se fosse massiccia oltre il 50-60%), né l’affermazione dei politici che sarebbero tutti uguali. Astenersi vuol dire rinunziare a un proprio diritto facendo scegliere altri e a mio giudizio non è una cosa utile.
Nella seconda ipotesi, perché, pur riconoscendo che molti politici non hanno fornito buona prova del loro operato, anche tra i politici, come in ogni altra categoria di persone, ci sono persone oneste e persone disoneste e sta noi sostituire i secondi con i primi. Anzi proprio i più delusi dovrebbero correre a votare per decidere questa sostituzione.
Mi piace citare ciò che diceva Paolo Borsellino: “La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello”. In ogni caso credo che noi tutti dovremmo superare un esame di coscienza e domandarci se la lontananza dalla politica sia il modo migliore di creare una classe dirigente attenta e responsabile o se il nostro comportamento non sia la causa dei nostri mali. Io credo che noi tutti, specialmente chi ha ruoli importanti nella società civile (e parlo di merito e di competenza), dovremmo cercare di fare qualcosa. Mi chiedo e vi chiedo: abbiamo consapevolezza dei problemi del nostro Molise? Vogliamo realmente combattere il clientelismo, la corruzione e la demagogia nell’amministrazione della cosa pubblica? Siamo disposti al confronto per l’adozione di scelte razionali ed efficienti finalizzate al bene comune?
Sono convinto che la gravità della situazione economico-sociale del nostro territorio richieda risposte a queste domande! Riflettiamo sul fatto che il debito pubblico regionale, la disoccupazione, la corruzione, le disuguaglianze, la sanità, il tema delle discariche, la viabilità – solo per citarne alcune – richiedono una nuova classe dirigente che “rottami” la vecchia ma che non vi si sostituisca solo per accaparrarsi i privilegi della prima.
(Vincenzo Musacchio)
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